un network di cittadini con spirito liberale che vogliono partecipare alla costruzione di un soggetto politico aperto e inclusivo che abbia come obiettivo quello di diminuire il peso delle corporazioni, della burocrazia e dello stato nella vita dei cittadini
domenica 27 marzo 2011
Immigrazione federalista
giovedì 24 marzo 2011
AAA Cercasi disperatamente i circoli spontaneisti
mercoledì 16 marzo 2011
Giustizia, chi era costei?
di Giulio Figlia
La scorsa settimana, il Governo, dovendo scegliere tra l’emergenza mafie, la mancanza di infrastrutture, l’evasione fiscale e la corruzione ai massimi livelli, le scuole e i monumenti che cadono a pezzi, la crisi libica, la disoccupazione, il PIL procapite italiano che dall’anno scorso è sceso sotto la media UE o una burocrazia di stampo sovietico ha scelto di occuparsi di giustizia. E, è bene specificarlo, non dei suoi tempi biblici ma dell’indipendenza della magistratura.
Lasciando per un momento perdere due questioni pregiudiziali che già da sole farebbero bocciare questa riforma, ovvero che in primis la questione non solo non è una priorità ma non è neanche un problema e, secondo punto, un governo e una maggioranza composta in parte da imputati e pregiudicati non dovrebbero avere il diritto (morale, giuridico ce l’hanno) di occuparsi di giustizia e magistratura; occupandoci del merito della riforma basta dare una rapida lettura al disposto del disegno di legge costituzionale per capirne la portata catastrofica per la giustizia in Italia e quindi per la democrazia.
Il testo, composto da diciotto articoli, si propone di modificare una serie di articoli della Costituzione (il che vuol dire che bene, o male, che vada ci vorranno due anni per l’approvazione) del Titolo IV che regola la Magistratura. Tra le tante novità troviamo la separazione delle carriere, la presenza di due CSM, la responsabilità civile per i magistrati, limiti all’obbligatorietà dell’azione penale e un aumento dei poteri del Ministro della Giustizia a scapito del (o dei) CSM. La separazione delle carriere è uno degli aspetti più controversi, se da un lato a rigor di logica una maggiore specializzazione e l’assenza di “legami di corporazione” tra il giudice e una delle parti può essere considerata una maggiore garanzia di giustizia, dall’altro lato la formazione da PM che il giudice ha, e viceversa, danno loro una maggiore consapevolezza nel ponderare le prove, gli indizi e le testimonianze sia in sede di giudizio che di indagine; inoltre le esperienze in altri Paesi lascia molte perplessità, in Portogallo ad esempio si era creata una competizione tra PM e giudici in cui i primi erano una sorta di eroi nazionali che contrastavano il crimine mentre i secondi erano mal visti a causa delle numerose assoluzioni, magari spesso causate dall’imperizia dei pubblici ministeri. Punto meno controverso, meno controverso perché senza dubbio indecente, è la separazione e la nuova composizione dei CSM. Innanzitutto attualmente il Consiglio Superiore essendo l’organo di autogoverno della magistratura è formato per 2/3 da membri eletti dalle magistrature nella nuova previsione i CSM saranno eletti per metà dai magistrati e per metà dal Parlamento…..insomma l’organo di autogoverno dei giudici sarà scelto dai parlamentari, i giudici si autogoverneranno a loro insaputa (del resto nel governo con Scajola che compra casa a sua insaputa, è coerente....). Altro punto dolens è il limite all’obbligatorietà dell’azione penale, allo stato attuale il magistrato quando ha notizia di un reato deve procedere con l’indagine sia che si tratti di un furtarello sia che si parli di concussione del Presidente del Consiglio (per fare un esempio..), la riforma invece prevede di conservare l’obbligatorietà ma subordinandola ai criteri dettati dalla legge, considerato che i nostri politici sono i prima fila quando si tratta di punire quattro manifestanti e insabbiano nei cassetti del Senato i ddl sulla corruzione è facile capire quali saranno le priorità indicate dalla legge, e quali saranno le conseguenze per la democrazia sostanziale in Italia. Ultimo attacco all’indipendenza e quindi al buon funzionamento della magistratura è l’aumento di poteri del Ministro della Giustizia il quale oltre agli attuali poteri di organizzazione avrà anche funzione ispettiva, avendo potenzialmente un forte potere di ricatto contro pm (o giudici) scomodi. Il quadro delineato mostra senza tema di smentita come la riforma presentata abbia solo un intento: quello di punire e portare sotto il controllo della politica la magistratura. Di fatto l’unico aspetto su cui si potrebbe ragionare è la responsabilità civile dei magistrati, argomento che, già reclamato tramite referendum dagli italiani, va però approfondito, cosa che il testo presentato non fa.
Infine, a rendere ancor più irricevibile tale proposta non è solo il suo contenuto, ma il fato che anche qualora le proposte fossero buone tutte le novelle presentate non toccano minimamente quelli che sono i veri problemi della giustizia italiana, ovvero i tempi. Per risolvere questi problemi oltre a smettere di tagliare continuamente i fondi, basterebbe apportare poche modifiche al codice di procedura e al codice penale ad esempio rendendo obbligatoria la P.E.C. per ridurre al minimo costi e tempi delle notifiche oppure bloccando i tempi di prescrizione dal momento del rinvio a giudizio. Naturalmente questo non verrà fatto dato che questo Governo ha dimostrato più volte di occuparsi di giustizia solo per salvare qualche suo esponente dal processo o peggio dalla pena, del resto le leggi ad personam non si contano; ma tra circa tre mesi, il 12 e 13 giugno, avremmo la possibilità andando a votare per il referendum di abrogarne almeno una, quella sul legittimo impedimento! Non lasciamoci scappare questa occasione!
sabato 12 marzo 2011
Il berlusconismo ed il leghismo vinceranno

Siamo stati in silenzio per un mese. Dopo il congresso ci siamo presi un periodo di riflessione per comprendere quello che stava accadendo. Chi scrive ha sempre appoggiato e sostenuto la linea dei cosiddetti falchi all'interno di Generazione Italia prima e di FLI, poi. La linea uscita dal congresso è una sintesi delle varie anime del partito. Una sintesi che di fatto dà molto più spazio politico all'area moderato-conservatrice, piuttosto che a quella post-berlusconiana (anti non va tanto di moda). Il paradosso è che l'area che ha di fatto imposto la linea è quella più scontenta e che ha minacciato varie scissioni o mini allontanamenti. L'area movimentista e spontaneista di fatto non ha più spazio politico da più di un mese. Se si vedono il berlusconismo ed leghismo come dei mali molto pericolosi si è ancora dentro la linea del partito? Oppure si corre il rischio di essere tacciati di essere dei pseudogrillini? Riteniamo che l'anima spontaneista che ha issato la bandiera della denuncia da destra dei guasti che il berlusconismo e che il leghismo ci stavano provocando non debba ammainarla, senza abbandonare lo spirito costruttivo che l'ha sempre contraddistinta.
Il vero pericolo è l'istituzionalizzazione del berlusconismo-leghismo. Il vero pericolo è che Berlusconi diventi il prossimo Presidente della Repubblica. Oltre a rappresentare l'Italia all'estero, l'amico di Putin, Gheddafi e Lukashenko diventerebbe il capo delle forze armate ed il presidente del CSM, lui, il nemico giurato della magistratura. Senza contare i vari poteri di condizionamento, di veto e di scioglimento delle camere. Già ci immaginiamo la Minetti ministro della Sanità, il trota ministro della Pubblica Istruzione, Corona alla Cultura, veline, velone, Lele Mora Gran Cerimoniere del Quirinale con i corazzieri sostituiti dal balletto di Drive In, insomma al peggio non c'è mai fine. Quello che è più grave è che allora il paese non sarà più un malato grave, ma diventerà un malato incurabile. Come opporsi a tutto ciò? Riprendendo in mano il progetto di costruire una nuova classe dirigente, aprendo centri di formazione politica in ogni città, cercando di selezionare e formare giovani politici preparati e consapevoli di dover lottare anche contro i mulini a vento. Una classe dirigente che non si faccia comprare, perchè preparata. Facce nuove che parlino a chi non va più a votare, a chi non vorrebbe più farlo, ma per senso di responsabilità è pronto a farlo turandosi il naso. Risvegliamo le coscienze e non fermiamoci mai, non dobbiamo aver paura di essere anti, se riusciamo contemporaneamente ad essere pro. Pro unità d'Italia, pro legalità, pro istituzioni, pro integrazione. Altrimenti il berlusconismo ed il leghismo non solo vinceranno, ma educheranno i nostri figli al posto nostro.