un network di cittadini con spirito liberale che vogliono partecipare alla costruzione di un soggetto politico aperto e inclusivo che abbia come obiettivo quello di diminuire il peso delle corporazioni, della burocrazia e dello stato nella vita dei cittadini
domenica 30 dicembre 2012
Base Liberale Aderisce a Fermare il Declino
Abbiamo deciso di andare con il cuore. Una battaglia storica ed epica per la conquista di uno spazio politico come Davide contro Golia. Tutta gente nuova e preparata, ferrata in economia e con idee chiare su come Fermare il Declino della nostra amata nazione. Una parola d'ordine su tutte, basta con lo stato ladro, meno tasse e meno debito. Si può vendere il patrimonio statale, si può dare una grande sforbiciata alla spesa pubblica e si possono diminuire i privilegi del ceto politico e dei burocrati. Chi sta con noi da sempre sa che è sempre stata la nostra parola d'ordine e nel movimento Fermare il Declino con a capo Oscar Giannino, ma con fior di economisti alla guida (Zingales e Boldrin su tutti) non abbiamo competitors nel campo della conoscenza. Altri hanno un solo professore, noi ne siamo pieni e perlopiù hanno approfondito le loro competenze negli USA acquisendo una mentalità rivoluzionaria per i nostri politici. E' una battaglia Tra vecchio che ci ha portato fin qui (Casini, Montezemolo e compagnia bella) e il nuovo. Anche Base Liberale esprimerà uno o più candidati in Sicilia. Stay Tuned.
martedì 18 dicembre 2012
Base Liberale propone a Zero+ una federazione di liberali e riformisti per Monti
Caro Piercamillo e cari amici di Zero +, siamo nati nello stesso periodo e perlopiù abbiamo le stesse origini, condividiamo le vostre 13 proposte, a cui abbiamo aderito in tempi non sospetti e siamo sicuri che il nostro manifesto e le nostre proposte sono perfettamente sovrapponibili. Noi abbiamo un'organizzazione territoriale, voi più concentrata ma costituita da tanti giovani in gamba. Entrambi i movimenti vogliono un rinnovamento generazionale e sono pro Monti e svolgono attività politica all'interno della stessa area di riferimento liberale, laica e riformista. Perchè non unire le nostre forze per rappresentare all'interno della costituenda lista Monti (o liste Monti), un'area liberale di rinnovamento e di rottura? Un'azione tesa a rinnovare appunto, che divisi ci vedrebbe in seconda linea rispetto a vecchi volponi della politica che già si affacciano in quel campo e/o che ne pretendono addirittura l'esclusiva.
Pensiamoci assieme, magari anche organizzando un evento in fretta e furia per contarci e soprattutto, per contare.
Alessandro Piergentili
Base Liberale
Pensiamoci assieme, magari anche organizzando un evento in fretta e furia per contarci e soprattutto, per contare.
Alessandro Piergentili
Base Liberale
sabato 15 dicembre 2012
Il debito pubblico sfonda 2 mila miliardi. Era previsto.
Le nazioni ricche sono anche credibili. Quando viene messa in dubbio la credibilità di un paese è perchè la classe dirigente non ha ottemperato ai suoi compiti, oppure perchè c'è uno shock economico di qualche tipo. Mentre nel secondo caso la credibilità è destinata a tornare in tempi relativamente brevi, nel primo il declino è tanto più assicurato quanto più quella classe dirigente diventa inamovibile. Certamente non basta cambiare la classe dirigente di un paese, bisogna trovare persone competenti ed oneste, che perseguano obiettivi raggiungibili. In primo luogo, però vi è la credibilità. Con la credibilità arrivano gli investimenti, perchè il rischio paese si abbassa. Investimenti significano sia crescita, che abbassamento della spesa per interessi ( e dello spread). Avere meno costi in conto interessi permette di liberare nuove risorse che poi una classe politica illuminata destinerà o a ridurre la pressione fiscale, o a nuovi investimenti o alla riduzione diretta del debito pubblico. Certamente non a nuova spesa corrente. Non ce ne voglia il buon Bersani, ma noi abbiamo bisogno di investimenti esteri e che gli italiani non portino più i loro capitali all'estero. Dovremmo anche ribaltare il concetto di esportazione di cervelli. Le persone migliori (soprattutto i giovani) non dovrebbero fuggire dall'Italia, ma dovremmo anzi attirare gli stranieri più in gamba. In questa fase politica solo una persona è in grado di raggiungere nell'arco di una legislatura l'obiettivo della "credibilità stabile" e si chiama Mario Monti. Nonostante tutti i giornali berlusconiani direttamente e di sinistra, più o meno velatamente, oggi ci ricordino che abbiamo raggiunto, "grazie a Monti", i 2 mila miliardi di debito pubblico. Purtroppo l'ignoranza finanziaria è diffusissima e attanaglia anche i mass media. Nelle previsioni del governo non c'era scritto da nessuna parte che fin dal 2012 si sarebbe arrivati al pareggio di bilancio. Se c'è un deficit ( una perdita) è naturale che il debito aumenti. Quindi era tutto previsto, soprattutto grazie al fatto che all'insediamento di Monti lo spread era oltre i 570 basis points, il che significa maggiore spesa per interessi ad ogni emissione di titoli di stato per un determinato lasso di tempo. La cura Monti non si può limitare ad un solo anno, non è un mago e certamente non può ricostruire la distruzione apportata nei 30 anni precedenti. Nonostante questo la riforma delle pensioni e la riforma del mercato del lavoro hanno gettato solide basi per il lavoro futuro e la ritornata credibilità del paese è l'architrave su cui basare la rinascita. Siamo ottimisti, soprattutto se ci sarà una legislatura Monti, su obiettivi concreti a livello europeo. Gli Stati Uniti d'Europa non sono più un miraggio. Una volta superato lo scoglio delle elezioni tedesche del Settembre prossimo sarà sicuramente più facile arrivare ad un debito pubblico europeo e quindi agli eurobond, vera soluzione alla maggior parte dei problemi dei paesi del Sud Europa.
In questo scenario la vision di Base Liberale collima perfettamente con quella del Partito Liberale. Stiamo aiutando la dirigenza del partito a raggiungere l'obiettivo principale, che è quello di ricostituire una presenza veramente liberale nelle istituzioni. Naturalmente ciò non può che avvenire attraverso un mix di esperienza (portata dal PLI) e ricambio generazionale fin da subito (portato da Base Liberale).
E' per questo che fin dalla prossima Direzione Nazionale del partito, convocata per il 20 Dicembre, vorremmo consolidare questo rapporto proponendo l'approvazione di un patto elettorale tra Base Liberale e Partito Liberale.
Alessandro Piergentili
Coordinatore Nazionale Base Liberale
domenica 9 dicembre 2012
Una forza unica per l'Italia contro il berluscoleghismo e contro il grillismo
Se hai una malattia non prendi il veleno per curarla, ma la medicina giusta anche se è amara.
Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto una classe politica che per la maggior parte è stata poco seria, che ha offeso il senso delle istituzioni e ha portato l'opinione pubblica a non aver più fiducia della politica e dei politici e ciò lo dobbiamo essenzialmente a due personaggi: Bossi e Berlusconi. Hanno coperto d'infamia i loro rispettivi ruoli e sebbene ci sia ancora qualche persona disposta a votarli chi ha a cuore il bene del paese dovrebbe unirsi per eliminare qualsiasi dubbio e qualsiasi possibilità, anche remota, che il cavaliere di Arcore possa ancora mettere i bastoni fra le ruote al normale svolgimento dell'attività politica e istituzionale, nonchè minare la credibilità internazionale, che grazie a Monti, il paese ha faticosamente riconquistato. Il governo Monti ci ha fatto fare dei sacrifici, per la maggior parte ingiusti e poco equi, è vero, ma adesso vogliamo mandarli in frantumi? Ci siamo svenati a pagare l'IMU al fine di mandare al Senato gente al soldo di Berlusconi che entra in quell'aula solo per far saltare qualsiasi ipotesi di governabilità? A quel punto il rialzo dello spread renderebbe vano quel pagamento. No noi di Base Liberale non ci stiamo e non crediamo nemmeno nel tanto peggio tanto meglio rappresentato dall'ipotesi grillina. Noi liberali auspichiamo un'alleanza che metta assieme tutte le forze responsabili del paese, che abbia due gambe, una statalista e una liberale, il cui mix dovrebbe portare ad uno stato efficiente che però non leda la libertà dei cittadini, con un chiaro programma improntato al taglio della spesa inefficiente e improduttiva ed al rafforzamento della spesa pubblica in ricerca e sviluppo e in infrastrutture. Col chiaro intento di ridurre la pressione fiscale durante tutta la legislatura. Una legislatura costituente dove verranno affrontati e sciolti i nodi gordiani che attanagliano l'Italia e la relegano agli ultimi posti di quasi tutte le classifiche internazionali che siano economiche, sociali o riguardanti la corruzione.
I liberali sono pronti a portare con loro il simbolo e un mix di classe dirigente nuova e con esperienza, un gruppo di parlamentari che renderanno onore alla tradizione liberale e a tutti gli statisti che in passato essa ha fornito al paese.
Entriamo nella storia, rilanciamo la politica, ci rivolgiamo soprattutto a Bersani che ha vinto le primarie del PD, ma anche agli altri leader centristi, costruiamo, nei pochi giorni che ci restano, questo progetto ambizioso, mettiamo all'angolo Berlusconi e Grillo, due facce della stessa medaglia, la medaglia del declino.
Alessandro Piergentili
coordinatore nazionale Base Liberale

I liberali sono pronti a portare con loro il simbolo e un mix di classe dirigente nuova e con esperienza, un gruppo di parlamentari che renderanno onore alla tradizione liberale e a tutti gli statisti che in passato essa ha fornito al paese.
Entriamo nella storia, rilanciamo la politica, ci rivolgiamo soprattutto a Bersani che ha vinto le primarie del PD, ma anche agli altri leader centristi, costruiamo, nei pochi giorni che ci restano, questo progetto ambizioso, mettiamo all'angolo Berlusconi e Grillo, due facce della stessa medaglia, la medaglia del declino.
Alessandro Piergentili
coordinatore nazionale Base Liberale
venerdì 16 novembre 2012
Costituito il Comitato Politico di Base Liberale

Coordinatore nazionale: Alessandro Piergentili
Vice Coordinatore vicario: Salvatore Buccheri
Vice Coordinatore: Massimiliano Girolami
Pierpaolo Renella: Finanza, Geopolitica e fund raising
Davide Velardi: Grafica e Comunicazione
Angelo Bonomonte: Territorio
Deborah Lo Giudice: Pari Opportunità
Danilo Ganci: Sanità
Laura Sottosanti: Legislazione Farmaceutica
Salvatore Cristaldi: Commercio Internazionale
Maria Grazia Panessa: Organizzazione
Giuseppe Mastrella: Politica Industriale
Alessandro Costa: Servizi alle Aziende e agli associati
Alessandro Papadia: Politiche economiche
Claudia Manca: Tesoreria
Giuseppe Verduci: Energia e Ambiente
Tony Carbone: Spettacolo
Corrado Marra: Telecomunicazioni
Gabriella Barone: Ambiente
Fabio Crapitti: Politiche del Credito
Fulvio Di Genova: Cultura
Andrea Rizzo: Legalità
mercoledì 31 ottobre 2012
ADERISCI A BASE LIBERALE
Puoi aderire come SOCIO ORDINARIO (quota 1 euro annuale) oppure come SOCIO SOSTENITORE (quota 20 euro annuale) attraverso il sistema Paypal cliccando nel pulsante qui in basso
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------Oppure puoi effettuare una DONAZIONE spontanea all'associazione BASE LIBERALE per sostenere le nostre attività politiche.
martedì 30 ottobre 2012
Dalla protesta alla proposta

Taglio dell'IRPEF di 3 punti percentuali per tutte le aliquote. Finanziato da taglio contributi pubblici a partiti e sindacati.
Taglio totale IRAP. Finanziato da taglio contributi a fondo perduto alle aziende
Ritorno all'Iva al 20% finanziato da abolizione contributi pubblici ai giornali di partito e dalla vendita di patrimonio pubblico e partecipazioni pubbliche
Riduzione del cuneo fiscale del 2% attraverso il taglio dei contributi a fondo perduto per la formazione "inutile".
Accorpamento delle regioni da 20 a 7 e dei comuni da oltre 8.000 a 3.500, eliminazione delle province
Recupero evasione attraverso la trasformazione del sistema fiscale. Ogni cittadino potrà dedursi tutte le spese
Introduzione sussidio di disoccupazione di 1.000 euro. Finanziato da taglio totale Cassa Integrazione
Equitalia e altri enti di riscossione. No a ipoteche per debiti inferiori a 30.000 euro.
Assemblee elettive a numero di eletti variabile in funzione della partecipazione al voto.
E' una rivoluzione culturale, economica e sociale. Cambiamo le regole del gioco. Il 33% del bilancio statale è costituito da contributi a fondo perduto a partiti, sindacati, patronati, giornali di partito, aziende, enti di formazione e associazioni varie. Praticamente lo stato toglie a tanti per dare a pochi. Rovesciamo il tavolo, togliamo a pochi per dare a tanti, a tutti. E' la regola base per una crescita sana. Eliminiamo l'oppressione fiscale torniamo liberi. Combattete con noi per vivere in una nazione in cui i nostri figli potranno decidere se rimanere o meno.
sabato 20 ottobre 2012
Cattiva finanza o cattivi maestri?

venerdì 19 ottobre 2012
Le proposte di Base Liberale
TORNIAMO A CRESCERE
IL PROGRAMMA DI BASE LIBERALE FATTO DI PROVVEDIMENTI CONCRETI CON COPERTURA FINANZIARIA GIA' INDIVIDUATA
- Taglio dell'IRPEF di 3 punti percentuali per tutte le aliquote. Finanziato da taglio contributi pubblici a partiti e sindacati.
- Taglio totale IRAP. Finanziato da taglio contributi a fondo perduto alle aziende
- Ritorno all'Iva al 20% finanziato da abolizione contributi pubblici ai giornali di partito e vendita patrimonio e partecipazioni pubbliche
- Riduzione del cuneo fiscale del 2% attraverso il taglio dei contributi a fondo perduto per la formazione "inutile".
- Accorpamento delle regioni da 20 a 7 e dei comuni da oltre 8.000 a 3.500, eliminazione delle province
- Recupero evasione attraverso la trasformazione del sistema fiscale. Ogni cittadino potrà dedursi tutte le spese
- Introduzione sussidio di disoccupazione di 1.000 euro. Finanziato da taglio totale Cassa Integrazione
- Equitalia e altri enti di riscossione. No a ipoteche per debiti inferiori a 30.000 euro.
- Assemblee elettive a numero di eletti variabile in funzione della partecipazione al voto.
- Incentivazione alla capitalizzazione delle aziende attraverso la detassazione dei capitali di rischio.
- Dirottamento del 10% della spesa corrente (in tre anni) verso la spesa per investimenti, formazione scolastica, spesa per la cultura e ricerca scientifica.
- Zone a crescita massima nelle aree svantaggiate (fisco zero, banda larga, presidi forze dell'ordine, certezza del diritto, burocrazia zero). (vedi articolo cliccando qui)
- Rifiuti da costo per le famiglie a risorsa economica ed investimento per l'ambiente
sabato 6 ottobre 2012
Movimentismo Liberale si può e forse si deve. Ma non per forza.

Ora Base Liberale vuole ereditare il progetto di GenerazioneItalia e portarlo avanti, perlomeno nell'area liberale. Siamo vicini a qualsiasi partito di area liberale, ma attenzione, appena vedremo personaggi del genere avvicinarsi a noi, oppure politiche e tattiche che prevedono scorciatoie per arrivare subito a numeri senza passare dalla qualità e dal rispetto per la gente e per la cosa pubblica, fuggiremo a gambe levate fregandocene di tutto e di tutti.
mercoledì 3 ottobre 2012
Tante adesioni alla nostra campagna per il non voto. L'unico modo per ridare valore al proprio voto.
P.S. tutti i sondaggi ci stanno dando ragione la percentuale di persone che dichiarano di non votare è fortemente in rialzo, addirittura nell'ultima settimana c'è stato un aumento del 4-5% (un partito di medie dimensioni) e siamo al record storico nelle rilevazioni demoscopiche in Sicilia. Non siamo lontani dall'obiettivo minimo e cioè superare il 50% di non votanti, passate parola convincete gli amici e i parenti che è la strada giusta, anche se apparentemente non sembra esserlo.
giovedì 27 settembre 2012
Non andremo a votare solo per questa volta. Poi rivoluzioniamo il sistema politico con una semplice proposta di legge e un referendum consultivo.

La colpa è anche vostra perchè votate sempre gli stessi, le stesse facce o per chi vi suggeriscono quelle facce una volta fatta carriera. Voi che fate anticamera nelle salette delle segreterie dei politici per elemosinare un lavoro, o una consulenza. A parte che di lavoro non ce n'è, ma non credete che siete costretti a tanto proprio dall'inettitudine di chi vi sta facendo aspettare? Alzatevi e andate via rifuggite da questo sistema politico, date un segnale forte non recatevi alle urne (la scheda bianca o nulla non serve, non entra nelle statistiche dell'astensionismo, il consiglio è quello di passare una giornata fuori e di non votare). Poi a chiedervi di non votare vi facciamo un favore, se analizzate bene, ma proprio bene non esiste una coalizione degna del vostro voto, un presidente espressione di quella coalizione degno del vostro voto. No non c'è, anche se magari osannate questo o quello, troverete sicuramente un pregiudicato, un indagato, gente mediocre che non sa parlare nemmeno in italiano, etc. nelle liste d'appoggio. Troverete gente che vuole cambiare il nome all'aereoporto, che vuole rilanciare Berlusconi, che si dimentica di cambiare residenza e allora mette in campo sconosciute, chi non sa parlare nemmeno in italiano, appunto. Ma come pensate che i vostri problemi possano essere risolti da questi comitati d'affari? Non andate a votare e iniziamo a raccogliere le firme per una nuova legge elettorale che possa spezzare il meccanismo clientelare dando voce al non voto e costringendo i partiti ad aprirsi alla democrazia interna e al ricambio. Iniziamo con la Sicilia per estendere l'idea in tutta Italia (essendo Base Liberale un movimento, ormai, nazionale). Pensate se gli eletti non fossero a numero fisso (90 per l'ARS), ma variabile, cioè in funzione dei voti validi rispetto agli aventi diritti al voto. Se i voti validi fossero il 50% sarebbero eletti 45 deputati, invece che 90. Una rivoluzione, dovrebbero corteggiarvi, blandirvi, insomma dovrebbero iniziare a lavorare sul serio e fare le cose che vanno fatte per convincervi ad andare a votare. Certamente non basta e il pacchetto di riforme che Base Liberale propone è molto più ampio e ha lo scopo principale di abbassare la pressione fiscale migliorando i servizi. Alcuni vi diranno che è impossibile, ma sono gli stessi che ci hanno portato a questo punto. Sono degli inetti che hanno sperperato le nostre risorse (dicesi risorse pubbliche) e che vogliono continuare a farlo. Non votateli.
Presto raccoglieremo le firme per varie proposte di legge e per un referendum consultivo sulla legge elettorale. Vogliamo proporre e costruire, ma nello stesso tempo rompiamo civilmente il culo a questi politici con le facce da ladri che campeggiano per le nostre strade.
Base Liberale Sicilia
Comitato Direttivo
lunedì 17 settembre 2012
Zone a massima crescita.
Programma
strategico per il rilancio dell’economia siciliana.
Premessa
Riteniamo che al centro di
qualsiasi programma politico per la Sicilia non possa che esserci l’aspetto
della crescita economica. Con una crescita sana, sostenibile e basata sul mercato
si risolvono vari problemi, come quello del lavoro, dell’assistenzialismo e del
clientelismo, si toglie manodopera alla mafia e si aumentano le entrate fiscali
e quindi le risorse per la sanità, la cultura, la giustizia e in generale tutti
i servizi destinati ai cittadini.
Un’area non è destinata
alla crescita economica, ad attrarre capitali e investimenti se non sussistono
le seguenti condizioni generali: fiscalità concorrenziale, legalità diffusa e
percepita, certezza del diritto, capacità di credito, infrastrutture fisiche e
tecnologiche, know how
finanziario, tecnologico e specialistico.
In questo momento non
esiste una sola area in Sicilia cui daremmo la sufficienza per tutte le
variabili sopraelencate.
Nel mondo, invece, ci sono
molte aree con quelle caratteristiche e nel sistema concorrenziale globale
siamo destinati a perdere risorse come un palloncino bucato. Fra cinque anni,
inerzialmente, le variabili economiche tenderanno a peggiorare rispetto allo
stato attuale, poiché siamo in una fase di declino sociale ed economico. E’
necessario dare risposte politiche ed economiche diverse rispetto a quelle date
finora, soprattutto se si parla di autonomia e di sicilianità, a nostro parere
più parole vuote e d’effetto che dense di progettazione.
Posto che non è possibile
arrivare all’eccellenza per tutte le variabili competitive in tutta la Sicilia
contemporaneamente e che esiste una legge approvata dal governo Prodi sulle
zone franche urbane mai attivata dai governi successivi riteniamo che il piano
strategico debba mettere al centro tale legge e costruire sopra un’architettura
finalizzata alla crescita economica.
Zone a crescita massima
Le abbiamo chiamate così
anche a fini evocativi. A nostro parere queste zone possono essere la chiave di
volta per il rilancio della nostra isola.
Ci rifacciamo alla legge
27 Dicembre 2006 n.296 art.1 comma 340 e successivi. Questa legge prevedeva
l’individuazione di varie zone svantaggiate in diverse città da parte del CIPE
e l’esonero totale per le PMI (fatturato max. 50 milioni, non più di 250
dipendenti) per i primi 5 anni di tutti i contributi INAIL e INPS, l’IRPEF,
Irap, Imu e in forma progressiva per i secondi 5 anni.
La legge aveva il
vantaggio che era stata trattata anche con l’UE e non veniva vista come un
aiuto di stato.
Purtroppo la Lega Nord e
Tremonti hanno visto come fumo negli occhi questa legge e l’hanno depotenziata
nella sua applicazione rendendo i criteri sempre più restringenti tanto da
individuare pochissime aree (nessuna nel palermitano ad esempio e solo una nel
catanese) in Italia.
Il governo regionale
futuro dovrebbe aprire una trattativa seria su questo argomento in modo da
ottenere l’approvazione in tempi brevi di almeno due aree a provincia in
Sicilia.
Tale trattativa dovrebbe
anche prevedere l’impegno ad utilizzare i fondi nazionali, europei e regionali
per indirizzarli a creare infrastrutture fisiche e tecnologiche per queste 18
aree individuate.
Ottenere il punteggio
massimo in due variabili chiave potrebbe però non bastare a raggiungere i nostri
obiettivi.
Un aiuto ci potrebbe
arrivare in tal senso da un’altra legge D.L. n78/2010 che istituisce le Zone
a Burocrazia Zero che prevedono molti vantaggi sia dal punto di vista della
creazione e del trasferimento delle aziende in quelle zone, sia dal punto di
vista della gestione del contenzioso civile, attraverso l’istituzione di veri e
propri collegi arbitrali che dirimeranno qualsiasi problema di velocità
nell’applicazione del diritto.
Queste zone dovrebbero
quindi essere oggetto di investimenti (privati) per quanto riguarda la banda
larga.
La legge sulle Zone a
burocrazia zero permette anche l’istituzione di uffici locali del governo che
possono consentire accordi particolari in tema di sicurezza, con presidi delle
forze dell’ordine potenziati e mirati all’eradicazione del fenomeno del
“pizzo”.
Si potrebbe raggiungere
l’eccellenza in 18 aree in Sicilia che favorirebbero la crescita dell’intera
economia isolana, per poi spargersi a macchia d’olio come altri esperimenti
similari ci insegnano in Francia, in Brasile, in Cina e in Irlanda.
Naturalmente compito della
regione sarà anche quello di facilitare accordi con società di venture capital
e di private equity (magari anche pensando a forme di investimento misto
privato-regione con apporto regionale tramite immobili e/o contratti
pluriennali di fornitura). Inoltre nelle zone a crescita massima si dovrà
facilitare la nascita di banche, in particolare di credito cooperativo e
settoriali, anche sfruttando i benefici fiscali propri dell’area. Apposite convenzioni
e forme di garanzia regionali, anche tramite IRFIS contribuiranno a ridurre la
mancanza di credito trasformando il deleveraging in leva di crescita.
Base Liberale si impegna a farne oggetto
di battaglia e azione politica principale.
venerdì 14 settembre 2012
Ecco come Base Liberale illustrerebbe il suo programma
Ecco come faremmo una campagna elettorale. E' per questo che nessuno è così pazzo di lasciarci entrare in una lista o noi non abbastanza interessati per chiederlo.
martedì 11 settembre 2012
La montagna che partorì....il pulcino FLI
di Alessandro Piergentili - “Il nostro partito, al momento, è come un pulcino in autostrada, dobbiamo scansare macchine e autotreni”. Così ieri Carmelo Briguglio durante il coordinamento regionale di Futuro e Libertà. E' difficile rappresentare i malumori diffusissimi della base di FLI, quantomeno quella rimasta, che ormai è estrema minoranza rispetto alle segreterie che seguirebbero i loro riferimenti anche dentro un burrone. Da Bastia Umbra ad oggi abbiamo visto tanti di quegli abbandoni che la nostra attività politica si può riassumere più con un'immagine evocativa come quella di un passaggio a livello che con altro. Triste, molto triste vedere perdere ogni riferimento identitario, fino ad ipotizzare perfino un listone unico a sostegno di Miccichè con dentro tutto e il contrario di tutto. Ve l'immaginate Alleanza Nazionale di qualche anno fa che propone alla Lega Nord un listone unico a sostegno di Borghezio o Calderoli? Ecco al peggio non c'è mai fine, credevamo di aver toccato il fondo, ma la nostra classe dirigente è sempre pronta a stupirci in negativo.Nonostante tutto pensiamo ancora ad un rinsavimento dell'ultima ora. La nostra comunità politica si può salvare solo attraverso un rafforzamento della nostra identità e non un azzeramento. Bene quindi mantenere le due matrici identitarie su cui si è basata la nascita di Futuro e Libertà, cioè quella della destra legalitaria e quella liberale. In tal senso ottima l'alleanza con il Partito Liberale e l'ipotesi di una lista che facesse emergere entrambe le culture politiche. Meno bene il sostegno a Miccichè, ma il pragmatismo ci fa digerire anche quello. Però oltre questo proprio non si può. Ci deve essere una barriera rispetto a quello che si può o non si può fare. Una comunità politica non si può svendere in questo modo pur di ottenere la possibilità del superamento dello sbarramento in modo sicuro. Non abbiamo iniziato a far politica per far ottenere dei posti sicuri a qualcuno, che poi son sempre gli stessi. Anzi una competizione identitaria, mostrerebbe la vera forza di questa classe dirigente che verrebbe riconfermata ed osannata in caso di successo e cambiata in caso di insuccesso. Nascondersi dietro la gonna di Miccichè già presuppone la seconda opzione in qualunque caso. Base Liberale annuncia l'uscita da Futuro e Libertà in caso di listone unico, perchè verrebbe meno il rapporto fiduciario ed identitario presente e futuro con il partito. Pensate di farcela con sempre meno gente al vostro fianco? Buona fortuna.
domenica 9 settembre 2012
Comunicato congiunto Base Liberale e Generazione Palermo su alleanze FLI elezioni siciliane
Oggi 9 Settembre 2012 si è svolta una riunione molto partecipata ed appassionante tra Base Liberale e Generazione Palermo.
Decisione all'unanimità dei presenti: si all'alleanza di Futuro e Libertà con i partiti sicilianisti, si alla strategia anti-berlusconiana, libertà di voto sul presidente. Nella stessa riunione si è deciso che Base Liberale non presenterà e non appoggerà alcun candidato alle prossime regionali. Non vogliamo confondere il nostro nome con candidati alla presidenza e candidati di lista che hanno una visione della politica totalmente differente dalla nostra. L'ipotesi di candidare qualcuno, però ci è servita per capire chi ci è amico e chi no. Abbiamo trovato vari tesori e molta mondezza, ma si è fatta chiarezza per il proseguo della nostra attività politica che è quella della sua definizione originaria, orientata al benessere della polis (il benessere collettivo) prima che individuale.
Il coordinatore di Base Liberale
Alessandro Piergentili
Decisione all'unanimità dei presenti: si all'alleanza di Futuro e Libertà con i partiti sicilianisti, si alla strategia anti-berlusconiana, libertà di voto sul presidente. Nella stessa riunione si è deciso che Base Liberale non presenterà e non appoggerà alcun candidato alle prossime regionali. Non vogliamo confondere il nostro nome con candidati alla presidenza e candidati di lista che hanno una visione della politica totalmente differente dalla nostra. L'ipotesi di candidare qualcuno, però ci è servita per capire chi ci è amico e chi no. Abbiamo trovato vari tesori e molta mondezza, ma si è fatta chiarezza per il proseguo della nostra attività politica che è quella della sua definizione originaria, orientata al benessere della polis (il benessere collettivo) prima che individuale.
Il coordinatore di Base Liberale
Alessandro Piergentili
mercoledì 5 settembre 2012
Il problema siamo noi e la nostra identità.

Qualcuno si è mai chiesto perchè nessuno, tranne qualche malpancista cronico, si è mai lamentato delle alleanze di AN? E' stata alleata con la Lega Nord, con Berlusconi, con Forza Italia in Sicilia e quindi anche con dell'Utri e Miccichè per tanti anni. Allora sbagliavamo? No abbiamo sbagliato a fonderci col PDL ed a perdere la nostra identità. E' questo il problema l'identità. Alleanza Nazionale era un partito riconoscibile per i suoi valori e per il suo profilo etico e legalitario. Futuro e Libertà non lo è e quindi se si allea con Miccichè subisce una rivolta interna ed il biasimo esterno di chi non ci vota e non ci voterà mai. E' proprio qui il problema. Partire dagli alleati e dai candidati presidenti senza prima perimetrare l'area valoriale ed identitaria della nostra comunità. Chi è sicuro di se stesso si può alleare anche col diavolo senza subirne gli effetti. Se le ragioni della real politik (tutte locali) impongono alleanze indigeste una comunità politica fa quadrato si trincerà dietro la propria formula identitaria, e moltiplica gli sforzi per raggiungere il risultato. Il nostro grande difetto è che questa identità non l'abbiamo mai cercata se non attraverso slogan e contenuti molto diversi tra loro. Abbiamo anche delle opportunità. Ad esempio la forte alleanza e quasi simbiosi con il Partito Liberale che stiamo costruendo in Sicilia ci può aiutare in tal senso. Chiediamoci chi siamo e chi vogliamo diventare e se forse non siamo i rappresentanti di tradizioni politiche storiche, come quella liberale e del Movimento Sociale, i cui valori è ora di ripescare e riproporre con una formula identitaria assieme nuova e antica. Si parla di cultura liberale e di patriottismo repubblicano e legalitario da fondere in un nuovo manifesto siciliano, un nuovo simbolo e un nuovo nome che identifichino fin da subito ciò che vogliamo rappresentare. Poi non saranno gli alleati a farci perdere o guadagnare voti, ma come ci presenteremo e il nostro obiettivo non può essere solo quello di trovare una coalizione che raggiunga il 5% per mantenere immutata la nostra rappresentanza parlamentare all'ARS, ma quella di costruire il futuro della nostra comunità politica a partire dalla Sicilia.
P.s. lanciamo un segnale d'allarme tra le tante contattate non abbiamo ancora trovato una persona disposta a votare Miccichè alla presidenza, molto voto disgiunto. Se dobbiamo ripartire dalla Sicilia teniamo conto che potremmo non essere nella coalizione vincente e che un'eventuale vittoria di Musumeci rilancerebbe il berlusconismo a livello nazionale relegandoci sopra un binario morto.
lunedì 3 settembre 2012
Futuro e Libertà in Sicilia trovi una sintesi

Ci stupisce solo il fatto che il prossimo coordinamento regionale sia riservato solo ai membri del coordinamento stesso. Una decisione così importante dovrebbe coinvolgere anche la base e la sintesi si deve trovare assolutamente. Abbiamo fiducia nella classe dirigente di Futuro e Libertà, che voleva essere un partito nuovo e diverso, quindi ci appelliamo perchè si riveda questa decisione e si faccia una discussione ampia e matura, e si coinvolga la base facendo capire le motivazioni politiche che stanno dietro la scelta delle alleanze, come quella del candidato presidente. Noi siamo sicuri che da una riunione del genere possa nascere nuova linfa che dia slancio alla campagna elettorale prossima ventura, unendo tutte le anime del partito in un sol uomo.
Se la sintesi si deve trovare attraverso la formazione di una lista che esalti più le diversità rispetto alla coalizione, dicendo di no all'omologazione, ben venga. Del resto la lista in comune con il Partito Liberale la rende di fatto diversa, trattandosi di due partiti che hanno un respiro nazionale, a differenza delle altre liste sicilianiste. Marchiamo le differenze come faceva Alleanza Nazionale nella coalizione con la Lega Nord, proponiamoci come difensori dei principi etici, repubblicani, legalitari e liberali, non sconfessiamo l'opera del governo Monti di cui FLi è valido sostenitore, insomma distinguiamoci e così potremo uscire dal coordinamento regionale prossimo venturo, felici e compatti.
Coordinamento Base Liberale
martedì 28 agosto 2012
Base Liberale e il Partito Liberale Italiano propongono Giulia Bongiorno alla Presidenza della Regione Sicilia
Base Liberale e Generazione Palermo concordano con l'idea del Partito Liberale che solo una figura nuova, alta e di professionalità riconosciuta può ricoprire una carica come quella di Presidente della Regione. Trasformismi gattopardeschi e operazioni di potere fanno solo il male della Sicilia. Noi vogliamo alla guida della Regione una donna in gamba per creare una discontinuità con il passato. In Futuro e Libertà abbiamo risorse come Giulia Bongiorno che rispondono a queste caratteristiche. Perchè non proporre questo tipo di candidature che uniscono, invece di andare dietro a candidature interne o esterne che dividono?
mercoledì 22 agosto 2012
I candidati del nostro partito li appoggiamo senza se e senza ma

o fa un'alleanza con il PD e l'UDC a sostegno di Crocetta, con una lista creata insieme agli amici dell'API e
del Partito Liberale (Nuovo Polo Liberale per la Sicilia), oppure sceglie la strada della candidatura solitaria (magari anche con gli amici dell'Api e del PLI se vorranno accompagnarci in questa scelta coraggiosa). La seconda strada prevede la designazione di un candidato alla Presidenza di Futuro e Libertà e la mia onestà intellettuale vuole che io appoggi la candidatura Granata, anche se gli consiglierò di ammorbidire il suo oltranzismo verso le idee liberali e di dire ai suoi amici sul territorio palermitano di darsi una calmata.
Alessandro Piergentili responsabile circolo FLI Generazione Palermo e coordinatore di Base Liberale
Alessandro Piergentili responsabile circolo FLI Generazione Palermo e coordinatore di Base Liberale
L'orrore della cattiva politica. Nasce la nuova Lega Sud.

mercoledì 8 agosto 2012
Il groviglio siciliano. Alleanze ancora incerte a poche settimane dal voto.

venerdì 3 agosto 2012
Destra e Sinistra
di Enzo Palumbo

Trovo che quello di Granata sia, in tutta la sua prima
parte, una legittima e giustificata rivendicazione di un grande atto di
coraggio politico e di onestà intellettuale, compiuto da Fini e dai suoi più
stretti amici nel momento in cui hanno deciso di separare le loro
responsabilità da quelle del "grande imbonitore", che aveva portato
l'Italia sull'orlo del precipizio; nell'assumere quella coraggiosa decisione,
Fini ed i suoi hanno dimostrato una preveggenza di due anni rispetto al
momento in cui la situazione è apparsa irrimediabile.
Ed è appena il caso di aggiungere che, nei liberali
del PLI, quella preveggenza è stata ben maggiore, essendo cominciata almeno
nella primavera del 2008, quando hanno deciso di affrontare quelle elezioni in
assoluta solitudine, mentre in altri liberali (pochi, per la verità), che
proprio per questo sono approdati al PLI con qualche ritardo, la
previsione del disastro al quale eravamo destinati è maturata anche prima,
addirittura all’indomani delle elezioni del 1994.
Il momento magico per FLI si colloca
nell'estate-autunno del 2010, allorché, sarebbe stato possibile cambiare nel
profondo la storia recente del Paese, se appena Fini avesse avuto
l'accortezza di rassegnare le dimissioni (che sarebbero state certamente respinte
da una maggioranza diversa da quella di governo, così segnando la rottura con
quel mondo) e se, a questo punto, si fosse subito sfiduciato il
governo (invece di ritardare oltre ogni ragionevolezza una resa dei conti che
era ormai scritta nei reciproci comportamenti, il che ha consentito a
Berlusconi di utilizzare le sue copiose risorse per invertire il corso delle
cose).
In quella ipotetica situazione, tuttavia non
realizzatasi, poteva avere forse qualche senso il tentativo di
rivendicare la titolarità di una posizione di “destra repubblicana,
costituzionale e legalitaria”, in contrapposizione con lo scempio legislativo
operato negli anni del berlusconismo dall'altra destra, quella degli affari e
delle leggi ad personam.
Ne sarebbe venuto probabilmente il consenso di una
parte significativa dell'opinione pubblica, disgustata dello scempio che si
andava facendo della legalità, ma pur sempre preoccupata di aprire la strada al
centrosinistra inconcludente e rissoso del secondo governo Prodi, come anche restia ad
accodarsi alla rinascente sirena democristiana.
Ma così non è stato, e quindi attardarsi oggi a
rivendicare quella posizione di "destra legalitaria", come
sembra volere fare Granata, mi appare come una risposta superata rispetto ad un
problema che non c'è più.
Non per questo le cose che scrive Granata nella prima
parte del suo articolo sono meno vere ed apprezzabili; ma bisogna rendersi
conto che, nel frattempo, quello scenario (che allora era effettivamente
emergenziale) è superato da nuove emergenze, che attengono a questioni
esistenziali con cui gli italiani stanno facendo i conti ogni giorno di più.
A mio parere, ciò che va fatto, hic et nunc, è di
attrezzare un'offerta politica che copra uno spazio ben diverso, e cioè quello
del liberalismo organizzato, di cui la società italiana avverte oggi
estremo bisogno, come risulta evidente dalle tantissime iniziative che da
qualche tempo vanno qua e là fiorendo, spesso per sfiorire subito dopo, e ciò
proprio per la mancanza (o, se si vuole, per l'insufficienza) di una
struttura politica adeguatamente attrezzata per tramutare l'aspirazione
istintivamente avvertita in proposta politica credibile, e così coprendo,
nel campo specifico del liberalismo organizzato, un "vuoto italiano"
che appare inspiegabile a tutti i liberali europei.
Se FLI vuole dare il suo importante contributo in tal
senso, la strada da percorrere non mi sembra quindi quella di rivendicare una labiale
collocazione di destra (che porta inevitabilmente, come mi pare che lo stesso
Granata paventi, alla destra sociale storaciana ovvero al radicalismo
turboliberista del tea-party all'amatriciana), ma piuttosto quella di
concorrere alla formazione di un'offerta politica "liberale", nel
senso crociano del termine, affiancandosi (nei modi che non sarà difficile
individuare con generale soddisfazione) a chi questa battaglia la conduce
da anni, pur avendo ben chiara la consapevolezza della propria
insufficienza a ricoprire un ruolo, che è tanto più difficile e gravoso quanto
più drammatici sono i problemi che l'Italia di oggi è chiamata a risolvere
per mettersi al passo delle grandi democrazie europee.
Il dato di partenza è quello della c.d. "agenda
Monti", che oggi tanti sostengono mostrando di subirla e che sarà un'esigenza
anche del futuro, ma che rischia di restare un ricordo del passato se
nella prossima legislatura non ci saranno forti gambe liberali attrezzate
a superare un doppio ostacolo per proseguire il cammino verso l'integrazione
europea e verso l'omologazione delle nostra struttura sociale rispetto a
quelle delle altre società europee: da un lato la barriera del dirigismo
statale e dei corporativismi localistici e sociali, che frenano le dinamiche
della competizione; dall'altro la barriera dell'egoismo individuale, che
impedisce di garantire a tutti lo stesso livello di opportunità nella partenza
per la gara della vita.
Si tratta di due sfide assolutamente liberali, che
richiedono capacità di innovazione ma anche senso della misura ed attenzione
verso le fasce meno fortunate della società, per evitare velleitarismi anarcoliberisti
e rotture sociali, che finirebbero per ostacolare le riforme necessarie al
nostro Paese per diventare una grande democrazia liberale, in cui ciascuno
possa complessivamente riconoscersi pur nella critica verso singoli
aspetti, il che è poi il lievito da cui originano innovazione
e crescita.
Credo che in proposito soccorrano le parole scritte da
Benedetto Croce nel dicembre del 1951 per i liberali di allora (e sulle quali
si sono formate generazioni di giovani liberali), che mi piace qui citare nella
loro letteralità, anche perché, sessanta anni dopo, appaiono assolutamente
profetiche, sino al punto che ci è sembrato giusto riproporle come ragione
sociale del nostro recente Congresso Nazionale:
"Vorrei che coloro che si determinano a
iscriversi al Partito liberale facessero in quell'atto una seria meditazione su
questo punto: che cioè il liberalesimo ha una singolarità, che è l'unico
partito di centro che si possa pensare. Per questa ragione, esso non può
dividersi in una sinistra ed in una destra, che sarebbero due partiti non
liberali. Naturalmente il Partito Liberale esaminerà e discuterà sempre
provvedimenti di sinistra e di destra, di progresso e di conservazione, e ne
adotterà degli uni degli altri, e. se così piace, con maggiore frequenza quelli
del progresso che quelli della conservazione. Ma non può celare a sé stesso
questa verità, che la libertà si garantisce e si salva talora anche con
provvedimenti conservatori, come talaltra con provvedimenti arditi e persino
audaci di progresso. Questi esami e queste discussioni, che si chiudono nel
quadro anzidetto, sono la vita concreta del partito Liberale, e non c'è nulla
di più insulso dell'accusa che il liberalismo, non essendo di un partito solo
ma comprendendoli tutti e due, non è un partito. E' tanto più largo e più
umano, e, in definitiva più forte, quanto più è partito di centro".
Si tratta, in fondo, dello stesso concetto che sarà
più tardi espresso da Isaiah Berlin, uno dei maggiori pensatori liberali dello
scorso secolo, quando affermò che "un liberale sta in mezzo,
perché sta all'estrema destra della sinistra ed all'estrema sinistra della
destra".
E quindi, se, come ci fanno capire Croce e Berlin,
quelli di “destra” e “sinistra” sono termini bugiardi (nella sostanza) ed
ambivalenti (nella forma), non
cadiamo nella trappola e lasciamo che ad usarli siano quelli che su questa
dicotomia ci hanno marciato in passato ed intendono continuare a farlo, utilizzandoli
come trappole per catturare subdolamente consensi che non meritano.
Concentriamoci invece sulle cose da fare per
rispondere concretamente all’appello promosso da Base Liberale e pubblicato su Generazione
Palermo di mercoledì scorso, certamente valido per la Sicilia ma agevolmente
estensibile a tutto il Paese, avendo anche la consapevolezza che la “legalità
repubblicana”, o come altro vogliamo chiamarla, non è patrimonio né della
destra né della sinistra, ma appartiene più semplicemente a tutte le persone
per bene di questo Paese, che sono tantissime e stanno dappertutto.
E facciamo in modo che il prossimo futuro (che mi
piace chiamare, proprio per questo, un "Futuro Liberale") ci
dia la possibilità di attrezzare insieme – senza introdurre nel dibattito
termini oggettivamente divisivi e sostanzialmente inutili – un'offerta politica
che abbia la forza di riformare le tante cose che vanno cambiate e di
conservare le poche cose che vanno conservate; e, più di tutto, che abbia
anche la capacità di distinguere le une dalle altre.
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