un network di cittadini con spirito liberale che vogliono partecipare alla costruzione di un soggetto politico aperto e inclusivo che abbia come obiettivo quello di diminuire il peso delle corporazioni, della burocrazia e dello stato nella vita dei cittadini
domenica 24 novembre 2013
giovedì 7 novembre 2013
La spesa pubblica crea più diseguaglianza sociale. Abbattiamo il mantra Keynesiano e della sinistra.

Se analizziamo lassi temporali più lunghi possiamo addirittura sentenziare che quando aumenta la spesa pubblica aumenta la diseguaglianza, poi ci vuole il boom del privato per ridurla. Tant'è che la maggiore crescita nell'Italia dal dopoguerra ad oggi, non si è avuta nei periodi in cui è aumentata la spesa pubblica, ma quando son aumentate le esportazioni grazie all'efficienza e all'efficacia del made in Italy e grazie alle svalutazioni competitive.
I dati indicano che lo stato raramente e per brevi periodi ha fatto crescere l'economia grazie all'incremento della spesa, bensì è sempre stato un freno allo sviluppo accentuando le disuguaglianze. Che il mero effetto contabile di avere una G (spesa pubblica nella formula del PIL) più alta abbia avuto un effetto negativo sui C e I (consumi e investimenti) privati nel medio periodo appare scontato.
Purtroppo il molteplicatore keynesiano (la teoria su cui si basa tutto l'armamentario ideologico della sinistra e dei dirigisti) funziona solo in economie chiuse, più l'economia acquista dall'estero, più l'effetto del moltiplicatore diminuisce fino a diventare negativo. In Italia, paese di trasformazione e inserito nell'economia globale il moltiplicatore provoca diseconomie proporzionali all'aumentare della spesa.
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