
un network di cittadini con spirito liberale che vogliono partecipare alla costruzione di un soggetto politico aperto e inclusivo che abbia come obiettivo quello di diminuire il peso delle corporazioni, della burocrazia e dello stato nella vita dei cittadini
venerdì 16 dicembre 2011
Lettera del responsabile Alessandro Piergentili, agli iscritti di Generazione Palermo

mercoledì 16 novembre 2011
COMUNICATO RIUNIONE DEL CIRCOLO GENERAZIONE PALERMO
Nella riunione si è deciso anche di procedere con vari progetti che renderanno possibile avere una sede e dare lavoro a dei giovani iscritti al circolo. Stay Tuned.
giovedì 27 ottobre 2011
Il Partito della classe media, il partito della Nazione
martedì 14 giugno 2011
Oltre la destra e la sinistra, oltre Berlusconi
di Basilio Milatos
Mentre assistiamo, da quando è nata FLI, in quel weekend milanese di Febbraio, ad un lungo, stantìo e anche un pò stucchevole dibattito interno sulla sacralità del posizionamento strategico del partito "a destra", sulla pretesa abiura di presunte fantomatiche "derive sinistrorse",
dal Paese (mai come in questo caso con la P maiuscola...) arrivano messaggi molto chiari. Netti. Precisi. Segnali rispetto ai quali non sono ammesse miopie o peggio cecità di sorta.
L'Italia è già oltre. Finalmente, vien da dire, meglio tardi che mai.
Già alle recenti amministrative era stato evidente che era in atto un cambiamento profondo. Il referendum è andato ancora più a fondo nel rompere i vecchi schemi. La gente (torno a dire, finalmente!) è un pò più autonoma nelle proprie scelte, il vincolo di fedeltà coi principali partiti si è allentato e si badi bene: questo è evidente per PDL e Lega, ma lo è anche, in buona misura, per il PD, basti pensare che i due sostanziali trionfatori delle ultime amminastrive, Pisapia e De Magistris, non sono certo uomini dell'establishment del PD.
Su questa scia, nei due giorni referendari è accaduto qualcosa di ancor più significativo: diversi milioni (la stima è almeno una decina) di elettori del PDL e della Lega hanno clamorosamente disatteso le direttive dei loro leader. Non sono andati al mare, non sono rimasti a casa, malgrado i pessimi consigli di Berlusconi e Bossi. Sono andati a votare e hanno pure messo una bella X sul segno SI, decretando uno schiaffo niente male ai vertici del centrodestra.
Ma come, la Padania leghista ha votato come volevano Di Pietro e Bersani, ignorando le "indicazioni" del Trota's father? Ebbene si. Ed è accaduto non perchè siano diventati tutti improvvisamente dei famigerati comunisti mangiatori di bambini. Ma perchè, di fronte al GIUSTO, non c'è steccato ideologico che tenga. Non c'è destra e sinistra, semmai c'è l'impossibilità di continuare a non vedere cosa sia il Berlusconismo e dove stia portando e abbia già portato l'Italia. Di fronte a istanze GIUSTE, di fronte alla forza delle idee, la gente non passa tutte le proprie scelte sotto la lente di schemi sempre più logori come Destra e Sinistra, come moderati ed estremisti, come conservatori e progressisti; semplicemente, la gente sceglie chi e cosa appaia più corretto. E chi invece, rimandare a casa prima possibile.
E' questa la strada da seguire. Vorrei sentire sempre meno dibattiti sul "centrodestra" che dobbiamo essere, sul moderatismo, sul bipolarismo o sul terzo polo, e sempre più discussioni sul merito. Sulle cose, sui progetti, sui temi pratici e su quelli etici e morali, sulle persone e sulle loro storie. Senza pregiudizi e senza patenti "disabilitanti o abilitanti" a prescindere. Vorrei vedere sempre più TRASVERSALITA' intellettuale e politica. Dobbiamo guardare oltre.
sabato 11 giugno 2011
Il leader è un valore aggiunto
martedì 7 giugno 2011
Il paese in mano agli estremisti. Serve un polo moderato.
Eccoli lì. Appena vinte delle elezioni spuntano le bandiere rosse, veterocomunisti esaltati ritornano nelle trasmissioni televisive con le proposte più strambe che fanno concorrenza a quelle della Lega ed un piccolo
giovedì 26 maggio 2011
Il tremontismo non ci curerà dal berlusconismo
Mentre disquisiamo amabilmente delle moschee a Milano o delle invasioni di zingari ed extracomunitari, nubi fosche si addensano sull'Europa. Importanti espon
martedì 24 maggio 2011
Presentazione del settimanale IL FUTURISTA

Il Futurista sbarca in Sicilia. Il settimanale che rompe le righe, che fa tendenza che vuole, cambiare la destra, renderla più repubblicana e più patriottica.
Saranno presenti all'incontro Filippo Rossi il direttore de IL FUTURISTA, l'on. Nino Lo Presti e l'on. Fabio Granata deputati nazionali di Futuro e Libertà. Presenta Alessandro Costa responsabile del circolo di Futuro e Libertà Generazione Innovazione, introduce ed organizza Alessandro Piergentili responsabile del circolo Generazione Palermo.
Per informazioni scrivi a generazioneitaliapalermo@hotmail.it oppure telefona al 328-3064058 o contattaci su facebook al profilo Generazione Palermo
sabato 21 maggio 2011
Partiti meridionalisti e vecchi politici, il cambiamento passa altrove. Pensiamo futurista.
di Giulio Figlia
Qualche giorno fa il presidente di Confindustria-Sicilia Ivan Lo Bello si è (giustamente) scagliato contro la classe dirigente meridionale addossando a questa la colpa del divario Nord-Sud. Lo Bello nel suo sfogo da la colpa alla classe dirigente generalmente intesa, quella politica, quella amministrativa e quella economica. Se il presidente degli imprenditori siciliani si concentra sul versante economico riconoscendo come ancora troppi imprenditori meridionali rimpiangono l’assistenzialismo di qualche tempo fa e siano incapaci di confrontarsi con il mercato io vorrei parlare brevemente del versante politico e amministrativo. La qualità della classe politica meridionale è davanti agli occhi di tutti, basta guardarci attorno a Palermo e in Sicilia per giudicarla. Se diamo un’occhiata ai nostri politici risulta chiaro che la loro più grande capacità è il catalizzare e raccogliere voti, non certo grazie ad un particolare carisma o eccezionali abilità retoriche ma grazie a prebende, clientele, distribuzione di fondi e incarichi finalizzati alla creazione di un piccolo esercito di voti da far valere sul tavolo delle trattative al momento di richiedere questo o quell’incarico (se in un partito o nella pubblica amministrazione non fa differenza). Il problema è inoltre che cotanti individui hanno anche la pretesa di governare la cosa pubblica, poco importa se fanno regolarmente scadere i fondi europei oppure investirli all’ultimo minuto per creare ulteriori clientele o se non hanno la minima idea di modelli di governo cittadino, la quantità di progetti a tutti i livelli di importanza sbagliati anche concettualmente a Palermo ormai neanche si conta più; dalle periferie dormitori passando per le piste ciclabili mal ideate all’esperimento di qualche tempo fa di conferire l’immondizia (senza differenziarla) ogni mattina attorno a dei pali (all’aperto senza contenitori) per poi raccoglierla in mattinata con i conseguenti problemi sul traffico, una modalità di raccolta che può andare bene in un piccolo centro non certo in una medio-grande città come Palermo. Per capirlo bisogna essere dei grandi urbanisti o sociologi urbani oppure è sufficiente avere un minimo di intelligenza e capacità di gestione? Ad ogni modo la classe politica meridionale non è altro che lo specchio della società o meglio è la sua espressione, non sono al governo per un colpo di Stato, per concorso o per sorteggio sono lì perché sono stati eletti. Il cambiamento allora deve partire da noi, se non vogliamo vedere più politici capaci solo di presenziare in qualche talk-show in una TV regionale o a qualche aperitivo e che poi di fatto si comprano i voti a migliaia con infornate di PIP, LSU e compagnia cantante a spese nostre con i nostri soldi che servirebbero per fare asili, scuole, strade, crediti d’imposta per le imprese basta non votarli più. Alla fine sono sempre gli stessi e proprio perché sono sempre gli stessi è facile individuarli: come certi ex-sottosegretari al Mezzogiorno che ora fanno i paladini del Sud (ma dovrebbe combattere contro se stesso e i suoi amici) ma sono svariati e in ogni regione del meridione e basterà pensarci trenta secondi per trovarne a dozzine. E’ il momento di una insurrezione politica e civile con lo strumento del voto per trovare una nuova classe dirigente (anche all’interno dei partiti) che non sia più la vecchia politica un po’ terrona del vasa-vasa ma una politica capace di progettare, governare e farsi giudicare su questo, una politica che purtroppo, non è uno stereotipo razzista in stile leghista, da queste parti è rara come un coccodrillo albino. Siamo noi che con il voto abbiamo la possibilità di cambiare i nostri dirigenti, o meglio, di sostituirli magari prendendo noi stessi il loro posto. Senza la paura di arrivare ad un redde rationem tra chi da un lato utilizza la res publica per averne vantaggi, per essere un parassita ed è pronto a vendere il proprio voto in cambio di un posto pubblico e chi dall’altro lato vede la politica come servizio e non vuole prebende e non vuole essere parte di nessuna clientela di questo o quel notabile locale.
martedì 17 maggio 2011
Un leader, un popolo, un'identità, una linea, un congresso.
venerdì 13 maggio 2011
Diventa uno dei nostri

martedì 10 maggio 2011
I nostri voti nelle mani della Lega
giovedì 28 aprile 2011
martedì 26 aprile 2011
La Rivoluzione Liberale a colpi di pedaggi.
Non costerà un Fiorino entrare a Palermo, ma 1,50 euro. Oltre il danno anche la beffa. Le infrastrutture siciliane sono carenti da tutti i punti di vista. Le cosìddette autostrade che sono l'unico modo per entrare in città, in realtà sono delle statali che chiamano in altro modo, visto che non rispettano gli standard minimi che un'autostrada deve avere per legge. L'aumento dei costi in entrata ed in uscita oltre a danneggiare i pendolari, chiunque voglia godersi una giornata di mare o una gita fuori Palermo, aumenterà i costi delle merci consumate dalle famiglie palermitane. Insomma con la misura governativa si torna al medioevo e poi la chiamano destra liberale? Una destra con la bava alla bocca che aveva promesso di non mettere le mani nelle tasche degli italiani ed invece lo fa in tutti i modi possibili.
E' per questo che il primo circolo siciliano di GenerazioneItalia-FLI, Generazione Palermo, ha deciso di partecipare, con una sua delegazione, alla manifestazione di Mercoledì 27 Aprile e che partirà da Piazza Pretoria alle ore 16,00. Ci dirigeremo a Palazzo d'Orleans ed insieme al comitato NO PEDAGGI consegneremo al Presidente della Regione Lombardo le migliaia di firme già raccolte e chiederemo al Presidente, membro del Consiglio dei Ministri, di intraprendere tutte le iniziative utili al ritiro del provvedimento. Vi aspettiamo numerosi. Per info 328-3064058
venerdì 22 aprile 2011
IL SONDAGGIO DI GENERAZIONE PALERMO
giovedì 21 aprile 2011
LSU a Palermo? No grazie
assunti Amia costano circa 84 milioni. L'Amat, circa 1.900 dipendenti, spende per il personale circa 80 milioni. L'Amap - poco meno di 800 contratti - costa intorno ai 34 milioni. Meno della Gesip, 1.800 dipendenti, che costa invece più di 50 milioni. E poi ci sono i 900 spazzini d i Amia Essemme, 23 milioni, i 100 lavoratori Sispi, poco più di 6 milioni, i 320 di Amg, circa 17 milioni, e infine i 78 assunti di Palermo Ambiente, circa 1,3 milioni.
Per una spesa totale di quasi 600 milioni a fronte di un bilancio, quello comunale, che conta su poco più di 800 milioni per spese correnti. Dunque il 75% circa della spesa pubblica è assorbito dalla voce Lavoratori Socialmente Utili . Dovrebbe conseguirne quantomeno che il mantenimento di questo wellfare assistenzialistico (di per sé già odioso) comportasse quantomeno però, non dico una condizione di eccellenza dei servizi urbani, ma quanto meno una condizione di decenza. E’ evidente ad ogni palermitano che così non è, anzi. Allora rimane il rammarico e la rabbia per ottomila “assunti per chiamata” che hanno scavalcato (furbamente) ogni regola che disciplini i rapporti di assunzione tra un cittadino ed un’ente pubblico (in primis il concorso), e di fatto, senza nessuna competenza particolare, occupano una rendita di posizione che grava mediamente 1000 euro all’anno ad ogni residente a Palermo, nessuno escluso. E considerato in quanti pochi paghino regolarmente le tasse a Palermo, comprendiamo bene come in realtà siano molto di più di mille euro annui per chi le tasse le paga davvero. Per non parlare del futuro gravemente compromesso di chi una formazione superiore l’ha davvero compiuta a costo di innumerevoli sforzi, e ha impegnato una vita di studi per raggiungere una qualche competenza specifica, e infine, come ulteriore beffa, si vede superato nella possibilità’ di assunzione nella pubblica amministrazione da gente che non ha i requisiti per occupare un posto, se non quello di saper votare il politico che ha deciso quelle assunzioni. La colpa se la possono dividere tutte le giunte che si sono succedute da Orlando in poi, con l'aggravante che sotto la gestione Cammarata la situazione non solo non è migliorata, ma è peggiorata drasticamente con l'aggiunta della sporcizia intollerabile della città. Generazione Palermo, il circolo di cui faccio parte, si farà promotore di diverse iniziative in tal senso, visto che abbiamo un solo anno di tempo prima di tornare ad eleggere un altro sindaco. Chiederemo al candidato di FLI una netta posizione in tal senso.
lunedì 11 aprile 2011
Aridatece Generazione Italia (FIRMATE LA PETIZIONE QUI A FIANCO)

mercoledì 6 aprile 2011
Il muro di Berlino è caduto, ma non ancora in Italia. Avvertiamoli.

domenica 27 marzo 2011
Immigrazione federalista
giovedì 24 marzo 2011
AAA Cercasi disperatamente i circoli spontaneisti
mercoledì 16 marzo 2011
Giustizia, chi era costei?
di Giulio Figlia
La scorsa settimana, il Governo, dovendo scegliere tra l’emergenza mafie, la mancanza di infrastrutture, l’evasione fiscale e la corruzione ai massimi livelli, le scuole e i monumenti che cadono a pezzi, la crisi libica, la disoccupazione, il PIL procapite italiano che dall’anno scorso è sceso sotto la media UE o una burocrazia di stampo sovietico ha scelto di occuparsi di giustizia. E, è bene specificarlo, non dei suoi tempi biblici ma dell’indipendenza della magistratura.
Lasciando per un momento perdere due questioni pregiudiziali che già da sole farebbero bocciare questa riforma, ovvero che in primis la questione non solo non è una priorità ma non è neanche un problema e, secondo punto, un governo e una maggioranza composta in parte da imputati e pregiudicati non dovrebbero avere il diritto (morale, giuridico ce l’hanno) di occuparsi di giustizia e magistratura; occupandoci del merito della riforma basta dare una rapida lettura al disposto del disegno di legge costituzionale per capirne la portata catastrofica per la giustizia in Italia e quindi per la democrazia.
Il testo, composto da diciotto articoli, si propone di modificare una serie di articoli della Costituzione (il che vuol dire che bene, o male, che vada ci vorranno due anni per l’approvazione) del Titolo IV che regola la Magistratura. Tra le tante novità troviamo la separazione delle carriere, la presenza di due CSM, la responsabilità civile per i magistrati, limiti all’obbligatorietà dell’azione penale e un aumento dei poteri del Ministro della Giustizia a scapito del (o dei) CSM. La separazione delle carriere è uno degli aspetti più controversi, se da un lato a rigor di logica una maggiore specializzazione e l’assenza di “legami di corporazione” tra il giudice e una delle parti può essere considerata una maggiore garanzia di giustizia, dall’altro lato la formazione da PM che il giudice ha, e viceversa, danno loro una maggiore consapevolezza nel ponderare le prove, gli indizi e le testimonianze sia in sede di giudizio che di indagine; inoltre le esperienze in altri Paesi lascia molte perplessità, in Portogallo ad esempio si era creata una competizione tra PM e giudici in cui i primi erano una sorta di eroi nazionali che contrastavano il crimine mentre i secondi erano mal visti a causa delle numerose assoluzioni, magari spesso causate dall’imperizia dei pubblici ministeri. Punto meno controverso, meno controverso perché senza dubbio indecente, è la separazione e la nuova composizione dei CSM. Innanzitutto attualmente il Consiglio Superiore essendo l’organo di autogoverno della magistratura è formato per 2/3 da membri eletti dalle magistrature nella nuova previsione i CSM saranno eletti per metà dai magistrati e per metà dal Parlamento…..insomma l’organo di autogoverno dei giudici sarà scelto dai parlamentari, i giudici si autogoverneranno a loro insaputa (del resto nel governo con Scajola che compra casa a sua insaputa, è coerente....). Altro punto dolens è il limite all’obbligatorietà dell’azione penale, allo stato attuale il magistrato quando ha notizia di un reato deve procedere con l’indagine sia che si tratti di un furtarello sia che si parli di concussione del Presidente del Consiglio (per fare un esempio..), la riforma invece prevede di conservare l’obbligatorietà ma subordinandola ai criteri dettati dalla legge, considerato che i nostri politici sono i prima fila quando si tratta di punire quattro manifestanti e insabbiano nei cassetti del Senato i ddl sulla corruzione è facile capire quali saranno le priorità indicate dalla legge, e quali saranno le conseguenze per la democrazia sostanziale in Italia. Ultimo attacco all’indipendenza e quindi al buon funzionamento della magistratura è l’aumento di poteri del Ministro della Giustizia il quale oltre agli attuali poteri di organizzazione avrà anche funzione ispettiva, avendo potenzialmente un forte potere di ricatto contro pm (o giudici) scomodi. Il quadro delineato mostra senza tema di smentita come la riforma presentata abbia solo un intento: quello di punire e portare sotto il controllo della politica la magistratura. Di fatto l’unico aspetto su cui si potrebbe ragionare è la responsabilità civile dei magistrati, argomento che, già reclamato tramite referendum dagli italiani, va però approfondito, cosa che il testo presentato non fa.
Infine, a rendere ancor più irricevibile tale proposta non è solo il suo contenuto, ma il fato che anche qualora le proposte fossero buone tutte le novelle presentate non toccano minimamente quelli che sono i veri problemi della giustizia italiana, ovvero i tempi. Per risolvere questi problemi oltre a smettere di tagliare continuamente i fondi, basterebbe apportare poche modifiche al codice di procedura e al codice penale ad esempio rendendo obbligatoria la P.E.C. per ridurre al minimo costi e tempi delle notifiche oppure bloccando i tempi di prescrizione dal momento del rinvio a giudizio. Naturalmente questo non verrà fatto dato che questo Governo ha dimostrato più volte di occuparsi di giustizia solo per salvare qualche suo esponente dal processo o peggio dalla pena, del resto le leggi ad personam non si contano; ma tra circa tre mesi, il 12 e 13 giugno, avremmo la possibilità andando a votare per il referendum di abrogarne almeno una, quella sul legittimo impedimento! Non lasciamoci scappare questa occasione!
sabato 12 marzo 2011
Il berlusconismo ed il leghismo vinceranno

Siamo stati in silenzio per un mese. Dopo il congresso ci siamo presi un periodo di riflessione per comprendere quello che stava accadendo. Chi scrive ha sempre appoggiato e sostenuto la linea dei cosiddetti falchi all'interno di Generazione Italia prima e di FLI, poi. La linea uscita dal congresso è una sintesi delle varie anime del partito. Una sintesi che di fatto dà molto più spazio politico all'area moderato-conservatrice, piuttosto che a quella post-berlusconiana (anti non va tanto di moda). Il paradosso è che l'area che ha di fatto imposto la linea è quella più scontenta e che ha minacciato varie scissioni o mini allontanamenti. L'area movimentista e spontaneista di fatto non ha più spazio politico da più di un mese. Se si vedono il berlusconismo ed leghismo come dei mali molto pericolosi si è ancora dentro la linea del partito? Oppure si corre il rischio di essere tacciati di essere dei pseudogrillini? Riteniamo che l'anima spontaneista che ha issato la bandiera della denuncia da destra dei guasti che il berlusconismo e che il leghismo ci stavano provocando non debba ammainarla, senza abbandonare lo spirito costruttivo che l'ha sempre contraddistinta.
Il vero pericolo è l'istituzionalizzazione del berlusconismo-leghismo. Il vero pericolo è che Berlusconi diventi il prossimo Presidente della Repubblica. Oltre a rappresentare l'Italia all'estero, l'amico di Putin, Gheddafi e Lukashenko diventerebbe il capo delle forze armate ed il presidente del CSM, lui, il nemico giurato della magistratura. Senza contare i vari poteri di condizionamento, di veto e di scioglimento delle camere. Già ci immaginiamo la Minetti ministro della Sanità, il trota ministro della Pubblica Istruzione, Corona alla Cultura, veline, velone, Lele Mora Gran Cerimoniere del Quirinale con i corazzieri sostituiti dal balletto di Drive In, insomma al peggio non c'è mai fine. Quello che è più grave è che allora il paese non sarà più un malato grave, ma diventerà un malato incurabile. Come opporsi a tutto ciò? Riprendendo in mano il progetto di costruire una nuova classe dirigente, aprendo centri di formazione politica in ogni città, cercando di selezionare e formare giovani politici preparati e consapevoli di dover lottare anche contro i mulini a vento. Una classe dirigente che non si faccia comprare, perchè preparata. Facce nuove che parlino a chi non va più a votare, a chi non vorrebbe più farlo, ma per senso di responsabilità è pronto a farlo turandosi il naso. Risvegliamo le coscienze e non fermiamoci mai, non dobbiamo aver paura di essere anti, se riusciamo contemporaneamente ad essere pro. Pro unità d'Italia, pro legalità, pro istituzioni, pro integrazione. Altrimenti il berlusconismo ed il leghismo non solo vinceranno, ma educheranno i nostri figli al posto nostro.
giovedì 17 febbraio 2011
Ma quale destra e sinistra. Riconquistiamo quel 50% che non va più a votare

martedì 15 febbraio 2011
Perchè Sanremo è Sanremo e Arcore è Arcore
sabato 5 febbraio 2011
Futuro e Libertà ha acceso Palermo
"Accendiamo Palermo". Tanta bella gente contenta di vedere all'opera associazioni, circoli e politici uniti per una nuova e bella politica che faccia partecipare la gente. Si è lanciato un nuovo progetto per Palermo, costituito da quattro tavoli di discussione riguardanti l'Economia del territorio, l'Ambiente, la Mobilità ed il Turismo e la Cultura. A questi tavoli sono invitati tutti i cittadini e le associazioni che sentono di avere idee e che vogliono impegnarsi per rendere vivibile la nostra città. Futuro e Libertà dimostra di essere un movimento nuovo anche nei fatti. La prossima settimana tutti gli iscritti potra
L'indicatore del successo della manifestazione è dato dal numero incredibile di adesioni a Generazione Palermo che alla fine della manifestazione è stato raccolto dal responsabile organizzativo di Generazione Palermo Giuseppe Scherma e dal responsabile dei giovani del circolo Giulio Figlia. (Foto di Danilo Ganci)
domenica 30 gennaio 2011
Un no forte e chiaro al federalismo leghista. La nuova legge porcata.
mercoledì 26 gennaio 2011
A noi ce sarveranno le mignotte
di Alessandro Piergentili
Il seguente sonetto che gira in rete da qualche giorno e che viene attibuito a Gioacchino Belli (1791-1863) è forse una bufala dei tempi moderni o forse è di qualche altro poeta romano, ma se permettete è talmente bello che non possiamo non riportarlo:
Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che sò finiti li mijioni
pe turà un deficit de la Madonna
Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l'atenei nun c'hanno più quadrini
pè la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi
Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni sò sempre ppiù basse
Una luce s'è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajiano.
A noi ce sarveranno le mignotte.
Sia che sia vero, sia che sia falso (e probabilmente lo è) il Gioacchino Belli è vissuto durante il periodo più buio dello Stato Pontificio, i suoi sonetti, insieme alle "pasquinate" (cartelli satirici che venivano appesi di notte sulle varie statue di Roma) sono da sempre considerati come il metro di un giudizio che il popolo dava del clero nel suo complesso. Un giudizio negativo che era suffragato da un decadimento morale, combinato da un aumento delle ingiustizie sociali e da una crisi economica dilagante. Insomma la fine dello Stato Pontificio.La satira ha da sempre contraddistinto le fasi storiche dei vari sistemi di governo, delle dinastie, degli imperi. Quando la satira politica inizia ad abbandonare i luoghi ad essa deputata e si trasferisce nelle strade, nei bar, nei salotti, sui social network e non è più gestita dai comici professionisti, si fa più sfacciata ed attacca il potere in modo frontale. E' questo il momento in cui le classi dirigenti si debbono veramente preoccupare, quando il popolo ride, non quando piange, perchè significa che si è superato veramente ogni limite.Il popolo sta ridendo e sta aspettando 150 anni dopo una nuova breccia di Porta Pia. Che arrivi presto.
martedì 25 gennaio 2011
Futuro e Libertà accende Palermo

venerdì 21 gennaio 2011
Combattiamo il berlusconismo non Berlusconi.
Riflettiamo un momento sugli ultimi 16 anni. La sinistra e la magistratura, per motivi diversi e che gli storici definiranno meglio di noi contemporanei, si sono sempre occupate della stessa persona scagliandogli addosso un potenziale di fuoco incredibile. Ne è sempre uscita fuori una figura di martire che ha aumentato il suo consenso. Quando, invece ci si è occupati del berlusconismo e dei suoi strumenti di potere le cose sono andate diversamente, vedi legge sulla par condicio che permise a Prodi di vincere le elezioni del 1996 e vedi la mai compiuta legge sul conflitto di interessi che tanto bene avrebbe fatto al nostro paese. Nel rafforzare Berlusconi si è rafforzato il berlusconismo, tanto che, ormai appare evidente, che l'inventore ne è stato travolto e ne risulterà la seconda vittima dopo l'Italia. Dalla pubblicazione delle intercettazioni appare chiaro che il Presidente del Consiglio non è più l'uomo così potente che fa esaltare un 40% di italiani e ne fa imbestialire un buon 60% pur detenendo il comando, ma è diventato una marionetta in mano ad un gruppo di potere che lo salvaguarda dai processi e lo fa divertire a forza di festicciole Bunga Bunga. La ricattabilità e la dipendenza dal Bunga Bunga fanno di Berlusconi un re in mano alla sua corte che è molto più pericolosa, potente e viscida del sultano. Basterebbe fermarsi alle conversazioni tra Fede e Lele Mora per comprendere che gioco attornia il presidente del Consiglio. Lì si parla di soldi, figuariamoci se si potessero ascoltare gli scambi di battute fra i politici che lo attorniano che cosa uscirebbe fuori. E' per questo che tutti difendono Berlusconi, perchè dietro di lui ognuno può detenere la sua fetta di potere e comportarsi come meglio crede. Chi scrive non ritiene corrispondente alla verità il fatto che gli attacchi del Giornale e Libero al Presidente della Camera Gianfranco Fini siano stati ispirati da Silvio Berlusconi. Che senso avrebbe indebolirsi? Riteniamo che la zizzania sia stata messa da chi controlla veramente tutto il sistema di potere berlusconiano e che una serie di personaggi ritenevano conveniente allontanare l'unico uomo con la caratura del leader che poteva mettere in pericolo il vero nemico da abbattere e cioè il berlusconismo. Non facciamo nomi, per carità, ma chiediamoci se chi controlla tutta la raccolta pubblicitaria di un giornale sia meno o più potente dell'editore. E' per questo che non comprendiamo la strategia delle opposizioni. Che senso ha fare delle proposte per mettere da parte Berlusconi salvaguardando la continuità del berlusconismo? Non si è compreso che il vero problema che affligge l'Italia è una corte dei miracoli che ha propaggini in tutti i mass media e che influenza pesantemente la vita politica, culturale, sociale ed economica del nostro paese? Berlusconi è, ormai, solo un simbolo messo lì apposta per coprire il torbido ed il losco. Una distrazione di massa. Riflettiamoci, rifletteteci.
giovedì 20 gennaio 2011
L’ASTICELLA
di Giulio Figlia
Poco tempo fa, di fronte all’ultimo scandalo riguardante il nostro Presidente del Consiglio, ricordo che con alcuni amici, tra il serio e il faceto, sostenevamo che quello di Berlusconi era una specie di esperimento sociologico in cui si provava ad andare sempre oltre fino a vedere fino a quando gli Italiani avrebbero tollerato, qual era l’altezza dell’asticella del decoro pubblico degli Italiani.
L’ultimo scandalo, o meglio, gli ultimi sviluppi del Ruby-gate, con l’accusa di concussione e soprattutto sfruttamento della prostituzione minorile sembra forse aver toccato se non superato quell’asticella di cui parlavamo poche righe sopra. Sia chiaro che qui non voglio entrare nel merito dell’inchiesta, lavoro che spetta alla magistratura ne vogliamo dare giudizi sulla base di poche notizie, saldi al principio della presunzione di innocenza, voglio parlare dei suoi effetti.
Che questa volta si sia toccato un nervo scoperto non lo intuisco dalle interviste per strada che i tg fanno e che non hanno nessun valore, se non altro perché il campione è tutto fuorché rappresentativo, ma lo si può capire dalle reazioni delle forze politiche, in primis la Lega: il silenzio leghista vale più di ogni commento, il loro imbarazzo è evidente. I motivi sono due, da un lato il ministro Maroni si è visto tirato in mezzo quando ha dovuto relazionare in Parlamento sulla vicenda della telefonata in questura e se era evidente il suo fastidio quando la cosa sembrava vera figuriamoci ora che è evidente come la ricostruzione fornita al tempo faccia acqua da tutte le parti; altro motivo di imbarazzo per il Carroccio è che in questi ultimi anni si sia erto a difensore della moralità e dei valori della famiglia, conquistando anche un certo consenso, valori, che è chiaro, mal si conciliano con un’eventuale difesa della movimentata vita privata del premier. Non solo la Lega, anche all’interno del PdL vi sono molti fragorosi silenzi, a parte i pasdaran berlusconiani come Stracquadanio, Cicchitto o Capezzone sono molti gli esponenti di primo piano come Alfano che sulla vicenda hanno fatto commenti da minimo sindacale senza esporsi troppo, senza dimenticare gli house-organ “Il Giornale” e “Libero” che pur schierandosi a difesa del premier hanno approntato difese molto meno calorose di altre difese in altri contesti.
Il motivo per cui questa volta Berlusconi appaia (appaia, magari poi non lo sarà) più solo di altre volte non so dirlo con certezza, forse il tipo reato contestato colpisce nel vivo l’italiano medio più di altri reati come la corruzione o il falso in bilancio, forse, anche per motivi anagrafici, il berlusconismo sta finendo quindi si trovano meno personalità disposte a spendere energie, oppure perché, e lo notiamo da chi ha visto le carte, questa volta l’impianto accusatorio è ben saldo e difficilmente smontabile? Io credo sia un mix dei tre elementi ma solo il senno di poi tra qualche tempo potrà fornirci una risposta.
Infine una considerazione che parte sì dagli affari di Berlusconi ma che è estendibile a tutta la nostra classe politica che spesso, troppo spesso, ha avuto a che fare con la giustizia: è troppo chiedere che un politico si difenda nel merito da un’accusa di corruzione invece di sostenere che i tempi di prescrizione non sono stati ben calcolati? E’ troppo chiedere che un politico si difenda nel merito da un’accusa di sfruttamento della prostituzione invece di dire che la procura inquirente non è quella competente? Cosa interessa a noi una classe dirigente onesta nella forma o onesta nella sostanza?
domenica 16 gennaio 2011
Che tristezza. Italia nostra come sei finita.
Navigare necesse est
In questi giorni di preparativi per l’appuntamento di Milano, dentro Futuro e Libertà circolano molte preoccupazioni e perplessità sulla fase di transizione post 14 dicembre. Anche i sondaggi confermano una fase di stallo dopo lo straordinario entusiasmo sprigionato da Bastia Umbra.
In quella fase proprio dai giovani e dai settori della società italiana più culturalmente consapevoli provenivano le più ampie porzioni di consenso.
Una forza repubblicana e legalitaria caratterizzata da etica della responsabilità e da una volontà coraggiosa e precisa di chiudere un’epoca caratterizzata dalla presenza invasiva e totalizzante di Berlusconi e del berlusconismo, questa la nostra immagine.
Il coraggio e la nettezza delle scelte sembrava “premiarci” e ci spingeva a disegnare, sempre con maggiore forza e decisione, il profilo di una forza politica di destra ma allo stesso tempo in grado di superare le categorie politiche del 900 e di parlare al cuore della Nazione.
Fini veniva percepito dall’opinione pubblica come la sintesi, prima ancora che politica e culturale, antropologica ed estetica di questo progetto di cambiamento e le battaglie parlamentari per salvaguardare questioni fondamentali di legalità ridavano senso e orgoglio di “appartenenza” a tante donne e tanti uomini cresciuti nel mito di Paolo Borsellino e della bella politica.
Ammettiamolo: a distanza di poche settimane il clima politico che percepiamo attorno al nostro percorso è purtroppo cambiato.
Per questo il nostro mondo oggi, e subito, deve rilanciare la sfida con decisione attraverso una linea politica lungimirante e limpida, facendo ripartire con credibilità un grande appello all’impegno civile e alla cittadinanza attiva.
Per far questo bisogna recuperare lo spirito della prima Generazione Italia e tornare ad essere movimentisti, innovativi e intransigenti sui principi e sui valori.
Servono nuove dosi di coraggio e lungimiranza, costanza e passione: bandire ogni moderatismo ipocrita e ogni illusione di poter ricomporre l’attuale centro destra, in una parola.
Fini, a Bastia Umbra, al termine del suo straordinario intervento evocò la metafora della nave di Saint Exupery: “se vuoi costruire una nave non far raccogliere legna e non organizzare gli uomini, ma evoca la nostalgia del mare”.
La mia impressione è che questa “nostalgia” si sia diffusa in dimensioni incredibili tra chi ci sostiene e ci sprona ad andare avanti e che invece alcuni amici, sopratutto dopo il 14 dicembre, si siano preoccupati esclusivamente di “raccogliere legna e organizzare uomini”, magari in attesa di un “segnale” che scongiuri la partenza.
Invece è necessario navigare poiché alle nostre spalle ogni pontile è bruciato. Navigare tracciando nuove rotte e lasciandosi alle spalle vecchi mondi. Navigare da italiani coraggiosi.
Per ricostruire la Patria.