martedì 18 maggio 2010

Federalismo, crisi europea e capitali in fuga

Esiste già un posto dove si ha la stessa moneta, lo stesso tasso di riferimento, un Parlamento,delle leggi che valgono per tutti (direttive europee e trattati europei), ma si è divisi per le imposizioni fiscali, gli incassi fiscali, gli accordi salariali.
Non è l'Italia post federale voluta dalla Lega, ma è l'Europa.

Le prove generali del federalismo le abbiamo già viste e potute apprezzare. I greci soprattutto ne sono entusiasti. Cosa c'è che non va nel modello euopeo, che non è altro che un macrofederalismo? Il sogno di Bossi e Calderoli è già stato messo in pratica e sta fallendo sotto i nostri occhi e qui vorrebbero riproporcelo in salsa mignon?
Dire cosa c'è che non va è semplice e gli economisti dovrebbero conoscere perfettamente il fenomeno del fly to quality.
I capitali (ed i lavoratori migliori) vanno dove rendono di più, dove sono più sicuri. Se due aree geografiche hanno diversi tassi di crescita, diversi tassi di criminalità, di burocrazia, di imposizione fiscale, di qualità dei servizi, a parità di moneta gli investimenti si dirigeranno sempre nell'area migliore ed abbandoneranno quella peggiore. Con due valute diverse ciò ,nel medio periodo, non accade perchè l'area peggiore avrà una valuta sempre più debole, che renderà le sue merci competitive ed i capitali rientreranno attraverso le vendite di merci all'estero.
Quindi l'Europa è un'occasione per i paesi forti ed un impoverimento continuo per i paesi deboli.
Se consideriamo, inoltre, che i prezzi degli immobili e delle merci con la stessa valuta si livellano al prezzo più alto, mentre le contrattazioni salariali rimangono a livello periferico (gabbie salariali) abbiamo un impoverimento continuo di chi abita in aree a crescita più lenta. Lo stiamo vivendo in questi giorni. Per la Grecia ci sarà anche un problema di corruzione, ma il Portogallo e la Spagna? L'Italia si tiene ad una certa distanza dalla crisi, perchè comunque ha un alto livello di esportazioni e con lo scudo fiscale i capitali invece di uscire sono, in parte rientrati, però una corposa manovra di aggiustamento dei conti pubblici coinvolge anche noi. Invece di risolvere crisi sistemiche con riforme strutturali i burocrati europei ed i ministri delle finanze dei vari paesi in difficoltà preferiscono diminuire i fabbisogni tagliando la spesa pubblica, creando però un pericoloso circolo vizioso redditi-spesa pubblica e non incidendo minimamente sul fenomeno del fly to quality... in poche parole, il prossimo annmo saremo punto e daccapo.
Tornando al tema principale , nel Meridione sono 150 anni che esiste un dislivello rispetto al settentrione. Nessuno è mai riuscito a porvi rimedio. Per fortuna che tale dislivello è stato compensato da una contrattazione sindacale a livello nazionale, che perlomeno ha difeso il potere d'acquisto dei cittadini meridionali, oltre che una presenza massiccia di investimenti statali che hanno compensato, in parte, il fenomeno del fly to quality. Una parziale compensazione per tutti i risparmi dei cittadini meridionali che venivano rastrellati dalle banche (per la maggior parte settentrionali) ed investito al nord. Senza parlare di quei milioni di valenti cittadini che hanno fornito le loro braccia e le loro menti per lo sviluppo delle aziende settentrionali. Questa è una nazione. Ci debbono essere delle reciprocità e solidarietà. Come nell'apologo di Agrippa, ricordate?
Adesso, però, la solidarietà e la reciprocità nazionale sono in serio pericolo. Il federalismo che ha in mente la Lega taglia il cordone ombelicale senza introdurre una nuova moneta. Diventare la periferia dell'Italia che già è la periferia dell'Europa.
Il federalismo senza decisi paletti porterà due dirette conseguenze: il taglio delle risorse, equivale ad un taglio dei capitali diretti verso il sud, mentre i risparmi del sud continueranno ad affluire verso il nord (chi sa perchè la Lega si vuole impadronire delle banche settentrionali?), inoltre l'introduzione delle gabbie salariali regionali è già previsto, poichè è esplicitamente indicato nel programma della Lega che parla di contrattazioni sindacali a livello regionale.
L'esperimento europeo che sta fallendo, perchè contrario ad un basilare principio economico si vuol riprendere e trasferire in Italia. Mentre l'Europa dovrebbe copiare il modello italiano, introducendo dei flussi di compensazione per le aree a più bassa crescita ed un livello di contrattazione sindacale europeo, ma questa è un'altra storia.
Se proprio lo volete fare, almeno dateci due monete, altrimenti il federalismo, sarà il colpo di grazia per il sud.
Alessandro Piergentili

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