domenica 30 dicembre 2012

Base Liberale Aderisce a Fermare il Declino

Abbiamo deciso di andare con il cuore. Una battaglia storica ed epica per la conquista di uno spazio politico come Davide contro Golia. Tutta gente nuova e preparata, ferrata in economia e con idee chiare su come Fermare il Declino della nostra amata nazione. Una parola d'ordine su tutte, basta con lo stato ladro, meno tasse e meno debito. Si può vendere il patrimonio statale, si può dare una grande sforbiciata alla spesa pubblica e si possono diminuire i privilegi del ceto politico e dei burocrati. Chi sta con noi da sempre sa che è sempre stata la nostra parola d'ordine e nel movimento Fermare il Declino con a capo Oscar Giannino, ma con fior di economisti alla guida (Zingales e Boldrin su tutti) non abbiamo competitors nel campo della conoscenza. Altri hanno un solo professore, noi ne siamo pieni e perlopiù hanno approfondito le loro competenze negli USA acquisendo una mentalità rivoluzionaria per i nostri politici. E' una battaglia Tra vecchio che ci ha portato fin qui (Casini, Montezemolo e compagnia bella) e il nuovo. Anche Base Liberale esprimerà uno o più candidati in Sicilia. Stay Tuned.

martedì 18 dicembre 2012

Base Liberale propone a Zero+ una federazione di liberali e riformisti per Monti

Caro Piercamillo e cari amici di Zero +, siamo nati nello stesso periodo e perlopiù abbiamo le stesse origini, condividiamo le vostre 13 proposte, a cui abbiamo aderito in tempi non sospetti e siamo sicuri che il nostro manifesto e le nostre proposte sono perfettamente sovrapponibili. Noi abbiamo un'organizzazione territoriale, voi più concentrata ma costituita da tanti giovani in gamba. Entrambi i movimenti vogliono un rinnovamento generazionale e sono pro Monti e svolgono attività politica all'interno della stessa area di riferimento liberale, laica e riformista. Perchè non unire le nostre forze per rappresentare all'interno della costituenda lista Monti (o liste Monti), un'area liberale di rinnovamento e di rottura? Un'azione tesa a rinnovare appunto, che divisi ci vedrebbe in seconda linea rispetto a vecchi volponi della politica che già si affacciano in quel campo e/o che ne pretendono addirittura l'esclusiva.
Pensiamoci assieme, magari anche organizzando un evento in fretta e furia per contarci e soprattutto, per contare.

Alessandro Piergentili
Base Liberale

sabato 15 dicembre 2012

Il debito pubblico sfonda 2 mila miliardi. Era previsto.

Le nazioni ricche sono anche credibili. Quando viene messa in dubbio la credibilità di un paese è perchè la classe dirigente non ha ottemperato ai suoi compiti, oppure perchè c'è uno shock economico di qualche tipo. Mentre nel secondo caso la credibilità è destinata a tornare in tempi relativamente brevi, nel primo il declino è tanto più assicurato quanto più quella classe dirigente diventa inamovibile. Certamente non basta cambiare la classe dirigente di un paese, bisogna trovare persone competenti ed oneste, che perseguano obiettivi raggiungibili. In primo luogo, però vi è la credibilità. Con la credibilità arrivano gli investimenti, perchè il rischio paese si abbassa. Investimenti significano sia crescita, che abbassamento della spesa per interessi ( e dello spread). Avere meno costi in conto interessi permette di liberare nuove risorse che poi una classe politica illuminata destinerà o a ridurre la pressione fiscale, o a nuovi investimenti o alla riduzione diretta del debito pubblico. Certamente non a nuova spesa corrente. Non ce ne voglia il buon Bersani, ma noi abbiamo bisogno di investimenti esteri e che gli italiani non portino più i loro capitali all'estero. Dovremmo anche ribaltare il concetto di esportazione di cervelli. Le persone migliori (soprattutto i giovani) non dovrebbero fuggire dall'Italia, ma dovremmo anzi attirare gli stranieri più in gamba. In questa fase politica solo una persona è in grado di raggiungere nell'arco di una legislatura l'obiettivo della "credibilità stabile" e si chiama Mario Monti. Nonostante tutti i giornali berlusconiani direttamente e di sinistra, più o meno velatamente, oggi ci ricordino che abbiamo raggiunto, "grazie a Monti", i 2 mila miliardi di debito pubblico. Purtroppo l'ignoranza finanziaria è diffusissima e attanaglia anche i mass media. Nelle previsioni del governo non c'era scritto da nessuna parte che fin dal 2012 si sarebbe arrivati al pareggio di bilancio. Se c'è un deficit ( una perdita) è naturale che il debito aumenti. Quindi era tutto previsto, soprattutto grazie al fatto che all'insediamento di Monti lo spread era oltre i 570 basis points, il che significa maggiore spesa per interessi ad ogni emissione di titoli di stato per un determinato lasso di tempo. La cura Monti non si può limitare ad un solo anno, non è un mago e certamente non può ricostruire la distruzione apportata nei 30 anni precedenti. Nonostante questo la riforma delle pensioni e la riforma del mercato del lavoro hanno gettato solide basi per il lavoro futuro e la ritornata credibilità del paese è l'architrave su cui basare la rinascita. Siamo ottimisti, soprattutto se ci sarà una legislatura Monti, su obiettivi concreti a livello europeo. Gli Stati Uniti d'Europa non sono più un miraggio. Una volta superato lo scoglio delle elezioni tedesche del Settembre prossimo sarà sicuramente più facile arrivare ad un debito pubblico europeo e quindi agli eurobond, vera soluzione alla maggior parte dei problemi dei paesi del Sud Europa.
In questo scenario la vision di Base Liberale collima perfettamente con quella del Partito Liberale. Stiamo aiutando la dirigenza del partito a raggiungere l'obiettivo principale, che è quello di ricostituire una presenza veramente liberale nelle istituzioni. Naturalmente ciò non può che avvenire attraverso un mix di esperienza (portata dal PLI) e ricambio generazionale fin da subito (portato da Base Liberale).
E' per questo che fin dalla prossima Direzione Nazionale del partito, convocata per il 20 Dicembre, vorremmo consolidare questo rapporto proponendo l'approvazione di un patto elettorale tra Base Liberale e Partito Liberale.

Alessandro Piergentili
Coordinatore Nazionale Base Liberale

domenica 9 dicembre 2012

Una forza unica per l'Italia contro il berluscoleghismo e contro il grillismo

Se hai una malattia non prendi il veleno per curarla, ma la medicina giusta anche se è amara.
Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto una classe politica che per la maggior parte è stata poco seria, che ha offeso il senso delle istituzioni e ha portato l'opinione pubblica a non aver più fiducia della politica e dei politici e ciò lo dobbiamo essenzialmente a due personaggi: Bossi e Berlusconi. Hanno coperto d'infamia i loro rispettivi ruoli e sebbene ci sia ancora qualche persona disposta a votarli chi ha a cuore il bene del paese dovrebbe unirsi per eliminare qualsiasi dubbio e qualsiasi possibilità, anche remota, che il cavaliere di Arcore possa ancora mettere i bastoni fra le ruote al normale svolgimento dell'attività politica e istituzionale, nonchè minare la credibilità internazionale, che grazie a Monti, il paese ha faticosamente riconquistato. Il governo Monti ci ha fatto fare dei sacrifici, per la maggior parte ingiusti e poco equi, è vero, ma adesso vogliamo mandarli in frantumi? Ci siamo svenati a pagare l'IMU al fine di mandare al Senato gente al soldo di Berlusconi che entra in quell'aula solo per far saltare qualsiasi ipotesi di governabilità? A quel punto il rialzo dello spread renderebbe vano quel pagamento. No noi di Base Liberale non ci stiamo e non crediamo nemmeno nel tanto peggio tanto meglio rappresentato dall'ipotesi grillina. Noi liberali auspichiamo un'alleanza che metta assieme tutte le forze responsabili del paese, che abbia due gambe, una statalista e una liberale, il cui mix dovrebbe portare ad uno stato efficiente che però non leda la libertà dei cittadini, con un chiaro programma improntato al taglio della spesa inefficiente e improduttiva ed al rafforzamento della spesa pubblica in ricerca e sviluppo e in infrastrutture. Col chiaro intento di ridurre la pressione fiscale durante tutta la legislatura. Una legislatura costituente dove verranno affrontati e sciolti i nodi gordiani che attanagliano l'Italia e la relegano agli ultimi posti di quasi tutte le classifiche internazionali che siano economiche, sociali o riguardanti la corruzione.
I liberali sono pronti a portare con loro il simbolo e un mix di classe dirigente nuova e con esperienza, un gruppo di parlamentari che renderanno onore alla tradizione liberale e a tutti gli statisti che in passato essa ha fornito al paese.
Entriamo nella storia, rilanciamo la politica, ci rivolgiamo soprattutto a Bersani che ha vinto le primarie del PD, ma anche agli altri leader centristi, costruiamo, nei pochi giorni che ci restano, questo progetto ambizioso, mettiamo all'angolo Berlusconi e Grillo, due facce della stessa medaglia, la medaglia del declino.

Alessandro Piergentili
coordinatore nazionale Base Liberale

venerdì 16 novembre 2012

Costituito il Comitato Politico di Base Liberale

Il lavoro di 4 mesi di Base Liberale ha avuto ieri un primo risultato. Abbiamo costituito il Comitato Politico di Base Liberale, fatto di persone capaci, dinamiche, competenti nei loro rispettivi campi, che non provengono in nessun modo da cariche politiche elettive.


Coordinatore nazionale: Alessandro Piergentili
Vice Coordinatore vicario: Salvatore Buccheri
Vice Coordinatore: Massimiliano Girolami
Pierpaolo Renella: Finanza, Geopolitica e fund raising
Davide Velardi: Grafica e Comunicazione
Angelo Bonomonte: Territorio
Deborah Lo Giudice: Pari Opportunità
Danilo Ganci: Sanità
Laura Sottosanti: Legislazione Farmaceutica
Salvatore Cristaldi: Commercio Internazionale
Maria Grazia Panessa: Organizzazione
Giuseppe Mastrella: Politica Industriale
Alessandro Costa: Servizi alle Aziende e agli associati
Alessandro Papadia: Politiche economiche
Claudia Manca: Tesoreria
Giuseppe Verduci: Energia e Ambiente
Tony Carbone: Spettacolo
Corrado Marra: Telecomunicazioni
Gabriella Barone: Ambiente
Fabio Crapitti: Politiche del Credito
Fulvio Di Genova: Cultura
Andrea Rizzo: Legalità

mercoledì 31 ottobre 2012

ADERISCI A BASE LIBERALE

Puoi aderire come SOCIO ORDINARIO (quota 1 euro annuale) oppure come SOCIO SOSTENITORE (quota 20 euro annuale) attraverso il sistema Paypal cliccando nel pulsante qui in basso



Tipo di Adesione


Una volta effettuata l'adesione scarica il modulo clicca qui compilalo e invialo a baseliberale@gmail.com verrai ricontattato dal responsabile territoriale per la conferma dell'adesione e per informarti sulle nostre attività.
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Oppure puoi effettuare una DONAZIONE spontanea all'associazione BASE LIBERALE per sostenere le nostre attività politiche.


martedì 30 ottobre 2012

Dalla protesta alla proposta

Base Liberale non ha partecipato alla campagna elettorale siciliana, anzi ha consigliato il non voto. Come movimento nazionale ce ne potevamo lavare le mani, ma siamo nati a Palermo e la Sicilia è nel nostro DNA. Una protesta una tantum e che ha sfruttato il passaparola. Per l'amor di Dio non ci intestiamo in alcun modo una vittoria, anche perchè il non voto è una scelta che rimane individuale, però la soddisfazione di aver previsto un record storico di astensionismo quella si ce la prendiamo. Le reazioni scomposte di chi ci attacca da giorni sono anch'esse una soddisfazione. Non ci attaccano semplici cittadini, ma politici e militanti politici, significa che abbiamo colpito nel segno. Una protesta del genere ha fatto si che si sgonfiassero i voti. I campioni delle preferenze ridotti a contarsi sono già un segno del cambiamento. Adesso il sistema politico si dovrà leccare le ferite, non è stato sconfitto, ma ferito, dovrà guardarsi all'interno del palazzo dai grillini e dal di fuori da quella massa di gente che li ha schifati. Naturalmente ciò non ci può bastare. Noi abbiamo come obiettivo quello di ritornare a vivere nel "Bel Paese", con strade pulite, città vivibili, sanità funzionante, scuole d'eccellenza, economia in crescita, redditi pro capite in crescita, ritornare ad una mobilità sociale che possa far crescere la classe media in quantità e in qualità. Tutto questo non si può raggiungere con il non voto perenne, ma nemmeno si può raggiungere con il blocco politico attuale. O si cambiano le leggi elettorali e quindi si dà la possibilità a qualsiasi cittadino o gruppi di cittadini di poter competere, senza quegli odiosi sbarramenti, che servono solo a favorire lo status quo e chi ha potere e soldi pubblici a disposizione per poter essere riconfermato, o si creano le condizioni perchè i partiti esistenti si aprano a regole democratiche. Delle due l'una. Noi riteniamo che bisognerebbe iniziare con una legge elettorale, senza sbarramenti, con eletti a numero variabile in funzione della partecipazione al voto. Di seguito riepiloghiamo le nostre proposte per raggiungere l'obiettivo di una crescita sana e equilibrata:



Taglio dell'IRPEF di 3 punti percentuali per tutte le aliquote. Finanziato da taglio contributi pubblici a partiti e sindacati.

Taglio totale IRAP. Finanziato da taglio contributi a fondo perduto alle aziende

Ritorno all'Iva al 20% finanziato da abolizione contributi pubblici ai giornali di partito e dalla vendita di patrimonio pubblico e partecipazioni pubbliche

Riduzione del cuneo fiscale del 2% attraverso il taglio dei contributi a fondo perduto per la formazione "inutile". 

Accorpamento delle regioni da 20 a 7 e dei comuni da oltre 8.000 a 3.500, eliminazione delle province

Recupero evasione attraverso la trasformazione del sistema fiscale. Ogni cittadino potrà dedursi tutte le spese

Introduzione sussidio di disoccupazione di 1.000 euro. Finanziato da taglio totale Cassa Integrazione

Equitalia e altri enti di riscossione. No a ipoteche per debiti inferiori a 30.000 euro. 

Assemblee elettive a numero di eletti variabile in funzione della partecipazione al voto.

E' una rivoluzione culturale, economica e sociale. Cambiamo le regole del gioco. Il 33% del bilancio statale è costituito da contributi a fondo perduto a partiti, sindacati, patronati, giornali di partito, aziende, enti di formazione e associazioni varie. Praticamente lo stato toglie a tanti per dare a pochi. Rovesciamo il tavolo, togliamo a pochi per dare a tanti, a tutti. E' la regola base per una crescita sana. Eliminiamo l'oppressione fiscale torniamo liberi. Combattete con noi per vivere in una nazione in cui i nostri figli potranno decidere se rimanere o meno. 

sabato 20 ottobre 2012

Cattiva finanza o cattivi maestri?

di Alessandro Piergentili - E' più facile credere che la finanza e i mercati siano tutti manovrati, piuttosto che comprendere che i movimenti e la volatilità dello spread, delle azioni e di qualunque tipologia di bene trattato, sono frutto di miliardi di transazioni giornaliere finanziarie e reali. Certamente poi gli operatori non sono tutti uguali, ma in qualunque mercato ci sono grandi aziende e piccole aziende e nei mercati finanziari ci saranno operatori più grandi ed operatori più piccoli, ma gli accordi di cartello sono ancora impossibili da sostenere nel medio periodo. Grazie , però, all'allontanamento dei piccoli con manovre tipo Tobin Tax e col 90% delle proposte che provengono da questi soloni statalisti (che nemmeno si dichiarano tali) finti economisti, forse tra un po' saranno finalmente realizzabili. Più liquidità togli ai mercati, più favorisci i pesci grossi, ma lo comprenderà mai la gente che crede a queste facili demagogie? Chi combatte demagogicamente la finanza, fa il gioco di chi la finanza la vuole manovrare. Fa il gioco della politica che vuole il pieno controllo delle risorse finanziarie che ancora non controlla. Il politico ha più potere se lo stato controlla il mercato, ma se addirittura lo può sostituire il potere raggiungibile è potenzialmente illimitato. Da qui la leggenda della finanza cattiva. Il debito pubblico non è un problema, ma la finanza si. Sono le banche cattive che si sono mangiate lo stato, non la politica, vero? Non si capisce, però, perchè il Giappone viene finanziato dai mercati nonostante un debito pubblico doppio del nostro. Lì le banche sono buone? Forse ci saranno politici migliori  e riserve valutarie molto più consistenti delle nostre (grazie ai banchieri centrali giapponesi).

venerdì 19 ottobre 2012

Le proposte di Base Liberale

                                   


TORNIAMO A       CRESCERE

                                                  




IL PROGRAMMA DI BASE LIBERALE FATTO DI PROVVEDIMENTI CONCRETI CON COPERTURA FINANZIARIA GIA' INDIVIDUATA




  • Taglio dell'IRPEF di 3 punti percentuali per tutte le aliquote. Finanziato da taglio contributi pubblici a partiti e sindacati.



  • Taglio totale IRAP. Finanziato da taglio contributi a fondo perduto alle aziende



  • Ritorno all'Iva al 20% finanziato da abolizione contributi pubblici ai giornali di partito e vendita patrimonio e partecipazioni pubbliche



  • Riduzione del cuneo fiscale del 2% attraverso il taglio dei contributi a fondo perduto per la formazione "inutile". 



  • Accorpamento delle regioni da 20 a 7 e dei comuni da oltre 8.000 a 3.500, eliminazione delle province



  • Recupero evasione attraverso la trasformazione del sistema fiscale. Ogni cittadino potrà dedursi tutte le spese



  • Introduzione sussidio di disoccupazione di 1.000 euro. Finanziato da taglio totale Cassa Integrazione



  • Equitalia e altri enti di riscossione. No a ipoteche per debiti inferiori a 30.000 euro. 



  • Assemblee elettive a numero di eletti variabile in funzione della partecipazione al voto.

  • Incentivazione alla capitalizzazione delle aziende attraverso la detassazione dei capitali di rischio.


  • Dirottamento del 10% della spesa corrente (in tre anni) verso la spesa per investimenti, formazione scolastica, spesa per la cultura e ricerca scientifica.

  • Zone a crescita massima nelle aree svantaggiate (fisco zero, banda larga, presidi forze dell'ordine, certezza del diritto, burocrazia zero). (vedi articolo cliccando qui)

  • Rifiuti da costo per le famiglie a risorsa economica ed investimento per l'ambiente

sabato 6 ottobre 2012

Movimentismo Liberale si può e forse si deve. Ma non per forza.

Siamo nati quattro mesi fa. Molti di noi venivano da un'altra esperienza movimentista, quella di GenerazioneItalia naufragata miseramente grazie allo scontro con l'esigenza di far nascere un partito come FLI. Lì si è capito chiaramente che il movimentismo e la libertà degli individui che avevano più idee che voglia di perseguire lotte di potere non erano compatibili con le logiche "da caserma" di un partito. Per carità le gerarchie ci vogliono e sono indispensabili in qualsiasi forma organizzativa, ma è la finalità delle gerarchie che dona a qualsiasi progetto politico la caratteristica di essere vincente o perdente. Se la finalità è fare numeri e conservare le prerogative di alcune segreterie politiche e di alcuni capetti e annullare di fatto qualsiasi forma di democrazia interna, allora il progetto sarà destinato immancabilmente al fallimento. L'abbiamo visto con GenerazioneItalia accreditata di un 10% dai sondaggisti, con l'arrivo di migliaia e migliaia di persone che non avevano mai fatto politica, che poi è fuggita di fronte alla "brutta politica" vista da vicino. Sono rimaste le segreterie in FLI, quelle che si dice portino la quantità. Ebbene mi dite dov'è questa quantità? Lo chiedo ai vari Aricò, Granata e Briguglio, qui in Sicilia, ma lo potrei chiedere a tanti esponenti di FLI in giro per lo stivale. Con la vostra politica egemonica, che non ha fatto crescere nulla (con delle personalizzazioni a seconda del personaggio e del territorio di riferimento) cosa avete risolto? I vostri numeri sono pochi per i partiti clientelari e troppi per dei partiti non clientelari, ma che vogliono restare tali. Se oggi domani vi dovrete spostare (perchè FLI non ci sembra avere molta strada di fronte a sè) credete di portare le vostre segreterie a comandare ovunque?   Non crediamo proprio, o abbracciate la filosofia movimentista e la cultura liberale nei fatti e non nelle parole, oppure sarà guerra aperta. Il che significa non utilizzare il proprio potere e le disponibilità economiche pubbliche per fare campagna elettorale, ad esempio. Non solo è contrario alla cultura liberale, ma è contrario a tutto quello in cui crediamo e crede la gente che ci segue con attenzione e con favore.
Ora Base Liberale vuole ereditare il progetto di GenerazioneItalia e portarlo avanti, perlomeno nell'area liberale. Siamo vicini a qualsiasi partito di area liberale, ma attenzione, appena vedremo personaggi del genere avvicinarsi a noi, oppure politiche e tattiche che prevedono scorciatoie per arrivare subito a numeri senza passare dalla qualità e dal rispetto per la gente e per la cosa pubblica, fuggiremo a gambe levate fregandocene di tutto e di tutti.

mercoledì 3 ottobre 2012

Tante adesioni alla nostra campagna per il non voto. L'unico modo per ridare valore al proprio voto.

 Tante adesioni, ma anche tante critiche, come è giusto che sia. E' la battaglia giusta e crediamo che il problema sia guardare le cose da un'altra angolazione. Non ci si è abituati, ci hanno tempestato di messaggi sull'utilità del voto in tempi passati ed adesso iniziare a comprendere che il voto è un diritto che va esercitato solo se è tale, è difficile. Molti non comprendono che il proprio voto non vale più quasi nulla, visto che c'è una sproporzione tra chi può investire centinaia di migliaia di euro (denaro pubblico nella maggior parte dei casi) dare posti di lavoro, o quantomeno prometterli, fare favori, etc., e chi non può (i riempilista). Il sistema è chiuso a riccio, anche perchè i partiti non favoriscono la democrazia interna, ma puntano solo sui numeri dei "leader" e le leggi elettorali, ormai tutte con lo sbarramento, impediscono la nascita di nuovi soggetti a meno che non hai talmente tanti soldi a disposizione che... Quindi non puoi dall'interno e non puoi dall'esterno, tranne qualche rara eccezione che serve a legittimare tutto il contorno. Qualcosa va cambiata e non lo si può fare seguendo gli stessi comportamenti. Qui nessuno sta dicendo di andare in piazza a sfasciare tutto o di rifondare le Brigate Rosse, semplicemente si suggerisce che il miglior metodo per dare una scossa al sistema sia quello di non andare a votare PER UNA VOLTA SOLA proprio per ridare dignità e valore al proprio voto. In economia si chiama legge della scarsità, se rendi un bene scarso nella quantità questo aumenta di valore. Rendiamo difficile conquistare il nostro voto non andando a votare. Ma questa è solo la prima mossa di una strategia che Base Liberale sta mettendo in piedi per dare scacco matto alla casta. Questa è solo la prima mossa. La seconda seconda sarà quella di una massiccia raccolta di firme per una legge elettorale (iniziamo dalla Sicilia e poi la estenderemo anche al nazionale) di iniziativa popolare accompagnata da un referendum consultivo (sempre, inizialmente, a livello regionale) che trasformi in ogni assemblea elettiva il numero di consiglieri e deputati da fisso a variabile, in base agli effettivi partecipanti al voto. Insomma il popolo del non voto avrà diritto a dei "non seggi". Se andrà a votare solo il 50% dei votanti si eleggeranno solo il 50% dei consiglieri o deputati. Tale riforma non avrà solo degli effetti benefici in termini economici, per le casse dello stato e della regione, ma costringerà i partiti a diventare veramente democratici ed aperti, per favorire la partecipazione alla vita politica dei cittadini e la selezione e il rinnovo delle classi dirigenti. Insomma è una legge che modificherà integralmente il sistema politico italiano fin dalle radici. Unisciti a noi in questa battaglia, contiamoci non andando a votare, diamo il primo SCACCO alla CASTA  e poi se siamo tanti, ma veramente tanti (superiamo il 50% di non votanti, diventiamo la maggioranza) allora porteremo avanti la seconda mossa. 

P.S. tutti i sondaggi ci stanno dando ragione la percentuale di persone che dichiarano di non votare è fortemente in rialzo, addirittura nell'ultima settimana   c'è stato un aumento del 4-5% (un partito di medie dimensioni) e siamo al record storico nelle rilevazioni demoscopiche in Sicilia. Non siamo lontani dall'obiettivo minimo e cioè superare il 50% di non votanti, passate parola convincete gli amici e i parenti che è la strada giusta, anche se apparentemente non sembra esserlo.

giovedì 27 settembre 2012

Non andremo a votare solo per questa volta. Poi rivoluzioniamo il sistema politico con una semplice proposta di legge e un referendum consultivo.

Inizia una grande campagna per il non voto destinata solo ed esclusivamente alle prossime elezioni regionali. Non vogliamo votare perchè non ci piace il sistema politico, soprattutto quello siciliano, che permette sempre ai soliti noti di arrivare all'Assemblea Regionale. Gli altri sono solo dei riempi lista. Noi ci siamo rifiutati di farlo pur avendo un posto in lista assicurato e anche qualche possibilità di farcela con Alessandro Piergentili, ma preferiamo rimanere fedeli ai nostri principi e il nostro coordinatore ha ritirato la sua candidatura. Il nostro non è nè sfascismo, nè qualunquismo, siamo ben consapevoli che ci sono centinaia di migliaia di uomini che sono morti per regalarci il diritto di voto, ma pensate che non si stiano rivoltando nella tomba per come siamo finiti? Sono morti per regalarci un'oligarchia inamovibile? Sono morti per mettere lo stato al servizio di pochi uomini mediocri che non sanno fare nulla oltre che la politica? Non crediamo proprio.
La colpa è anche vostra perchè votate sempre gli stessi, le stesse facce o per chi vi suggeriscono quelle facce una volta fatta carriera. Voi che fate anticamera nelle salette delle segreterie dei politici per elemosinare un lavoro, o una consulenza. A parte che di lavoro non ce n'è, ma non credete che siete costretti a tanto proprio dall'inettitudine di chi vi sta facendo aspettare? Alzatevi e andate via rifuggite da questo sistema politico, date un segnale forte non recatevi alle urne (la scheda bianca o nulla non serve, non entra nelle statistiche dell'astensionismo, il consiglio è quello di passare una giornata fuori e di non votare). Poi a chiedervi di non votare vi facciamo un favore, se analizzate bene, ma proprio bene non esiste una coalizione degna del vostro voto, un presidente espressione di quella coalizione degno del vostro voto. No non c'è, anche se magari osannate questo o quello, troverete sicuramente un pregiudicato, un indagato, gente mediocre che non sa parlare nemmeno in italiano, etc. nelle liste d'appoggio. Troverete gente che vuole cambiare il nome all'aereoporto, che vuole rilanciare Berlusconi, che si dimentica di cambiare residenza e allora mette in campo sconosciute, chi non sa parlare nemmeno in italiano, appunto. Ma come pensate che i vostri problemi possano essere risolti da questi comitati d'affari? Non andate a votare e iniziamo a raccogliere le firme per una nuova legge elettorale che possa spezzare il meccanismo clientelare dando voce al non voto e costringendo i partiti ad aprirsi alla democrazia interna e al ricambio. Iniziamo con la Sicilia per estendere l'idea in tutta Italia (essendo Base Liberale un movimento, ormai, nazionale). Pensate se gli eletti non fossero a numero fisso (90 per l'ARS), ma variabile, cioè in funzione dei voti validi rispetto agli aventi diritti al voto. Se i voti validi fossero il 50% sarebbero eletti 45 deputati, invece che 90. Una rivoluzione, dovrebbero corteggiarvi, blandirvi, insomma dovrebbero iniziare a lavorare sul serio e fare le cose che vanno fatte per convincervi ad andare a votare. Certamente non basta e il pacchetto di riforme che Base Liberale propone è molto più ampio e ha lo scopo principale di abbassare la pressione fiscale migliorando i servizi. Alcuni vi diranno che è impossibile, ma sono gli stessi che ci hanno portato a questo punto. Sono degli inetti che hanno sperperato le nostre risorse (dicesi risorse pubbliche) e che vogliono continuare a farlo. Non votateli.
Presto raccoglieremo le firme per varie proposte di legge e per un referendum consultivo sulla legge elettorale. Vogliamo proporre e costruire, ma nello stesso tempo rompiamo civilmente il culo a questi politici con le facce da ladri che campeggiano per le nostre strade.
Base Liberale Sicilia
Comitato Direttivo

lunedì 17 settembre 2012

Zone a massima crescita.


Programma strategico per il rilancio dell’economia siciliana.
Premessa
Riteniamo che al centro di qualsiasi programma politico per la Sicilia non possa che esserci l’aspetto della crescita economica. Con una crescita sana, sostenibile e basata sul mercato si risolvono vari problemi, come quello del lavoro, dell’assistenzialismo e del clientelismo, si toglie manodopera alla mafia e si aumentano le entrate fiscali e quindi le risorse per la sanità, la cultura, la giustizia e in generale tutti i servizi destinati ai cittadini.
Un’area non è destinata alla crescita economica, ad attrarre capitali e investimenti se non sussistono le seguenti condizioni generali: fiscalità concorrenziale, legalità diffusa e percepita, certezza del diritto, capacità di credito, infrastrutture fisiche e tecnologiche, know how  finanziario, tecnologico e specialistico.
In questo momento non esiste una sola area in Sicilia cui daremmo la sufficienza per tutte le variabili sopraelencate.
Nel mondo, invece, ci sono molte aree con quelle caratteristiche e nel sistema concorrenziale globale siamo destinati a perdere risorse come un palloncino bucato. Fra cinque anni, inerzialmente, le variabili economiche tenderanno a peggiorare rispetto allo stato attuale, poiché siamo in una fase di declino sociale ed economico. E’ necessario dare risposte politiche ed economiche diverse rispetto a quelle date finora, soprattutto se si parla di autonomia e di sicilianità, a nostro parere più parole vuote e d’effetto che dense di progettazione.
Posto che non è possibile arrivare all’eccellenza per tutte le variabili competitive in tutta la Sicilia contemporaneamente e che esiste una legge approvata dal governo Prodi sulle zone franche urbane mai attivata dai governi successivi riteniamo che il piano strategico debba mettere al centro tale legge e costruire sopra un’architettura finalizzata alla crescita economica.

Zone a crescita massima
Le abbiamo chiamate così anche a fini evocativi. A nostro parere queste zone possono essere la chiave di volta per il rilancio della nostra isola.
Ci rifacciamo alla legge 27 Dicembre 2006 n.296 art.1 comma 340 e successivi. Questa legge prevedeva l’individuazione di varie zone svantaggiate in diverse città da parte del CIPE e l’esonero totale per le PMI (fatturato max. 50 milioni, non più di 250 dipendenti) per i primi 5 anni di tutti i contributi INAIL e INPS, l’IRPEF, Irap, Imu e in forma progressiva per i secondi 5 anni.
La legge aveva il vantaggio che era stata trattata anche con l’UE e non veniva vista come un aiuto di stato.
Purtroppo la Lega Nord e Tremonti hanno visto come fumo negli occhi questa legge e l’hanno depotenziata nella sua applicazione rendendo i criteri sempre più restringenti tanto da individuare pochissime aree (nessuna nel palermitano ad esempio e solo una nel catanese) in Italia.
Il governo regionale futuro dovrebbe aprire una trattativa seria su questo argomento in modo da ottenere l’approvazione in tempi brevi di almeno due aree a provincia in Sicilia.
Tale trattativa dovrebbe anche prevedere l’impegno ad utilizzare i fondi nazionali, europei e regionali per indirizzarli a creare infrastrutture fisiche e tecnologiche per queste 18 aree individuate.
Ottenere il punteggio massimo in due variabili chiave potrebbe però non bastare a raggiungere i nostri obiettivi.
Un aiuto ci potrebbe arrivare in tal senso da un’altra legge D.L. n78/2010 che istituisce le Zone a Burocrazia Zero che prevedono molti vantaggi sia dal punto di vista della creazione e del trasferimento delle aziende in quelle zone, sia dal punto di vista della gestione del contenzioso civile, attraverso l’istituzione di veri e propri collegi arbitrali che dirimeranno qualsiasi problema di velocità nell’applicazione del diritto.
Queste zone dovrebbero quindi essere oggetto di investimenti (privati) per quanto riguarda la banda larga.
La legge sulle Zone a burocrazia zero permette anche l’istituzione di uffici locali del governo che possono consentire accordi particolari in tema di sicurezza, con presidi delle forze dell’ordine potenziati e mirati all’eradicazione del fenomeno del “pizzo”.
Si potrebbe raggiungere l’eccellenza in 18 aree in Sicilia che favorirebbero la crescita dell’intera economia isolana, per poi spargersi a macchia d’olio come altri esperimenti similari ci insegnano in Francia, in Brasile, in Cina e in Irlanda.
Naturalmente compito della regione sarà anche quello di facilitare accordi con società di venture capital e di private equity (magari anche pensando a forme di investimento misto privato-regione con apporto regionale tramite immobili e/o contratti pluriennali di fornitura). Inoltre nelle zone a crescita massima si dovrà facilitare la nascita di banche, in particolare di credito cooperativo e settoriali, anche sfruttando i benefici fiscali propri dell’area. Apposite convenzioni e forme di garanzia regionali, anche tramite IRFIS contribuiranno a ridurre la mancanza di credito trasformando il deleveraging in leva di crescita.
Base Liberale si impegna a farne oggetto di battaglia e azione politica principale.

venerdì 14 settembre 2012

Ecco come Base Liberale illustrerebbe il suo programma


Ecco come faremmo una campagna elettorale. E' per questo che nessuno è così pazzo di lasciarci entrare in una lista o noi non abbastanza interessati per chiederlo.



martedì 11 settembre 2012

La montagna che partorì....il pulcino FLI

di Alessandro Piergentili - “Il nostro partito, al momento, è come un pulcino in autostrada, dobbiamo scansare macchine e autotreni”. Così ieri Carmelo Briguglio durante il coordinamento regionale di Futuro e Libertà. E' difficile rappresentare i malumori diffusissimi della base di FLI, quantomeno quella rimasta, che ormai è estrema minoranza rispetto alle segreterie che seguirebbero i loro riferimenti anche dentro un burrone. Da Bastia Umbra ad oggi abbiamo visto tanti di quegli abbandoni che la nostra attività politica si può riassumere più con un'immagine evocativa come quella di un passaggio a livello che con altro. Triste, molto triste vedere perdere ogni riferimento identitario, fino ad ipotizzare perfino un listone unico a sostegno di Miccichè con dentro tutto e il contrario di tutto. Ve l'immaginate Alleanza Nazionale di qualche anno fa che propone alla Lega Nord un listone unico a sostegno di Borghezio o Calderoli? Ecco al peggio non c'è mai fine, credevamo di aver toccato il fondo, ma la nostra classe dirigente è sempre pronta a stupirci in negativo.Nonostante tutto pensiamo ancora ad un rinsavimento dell'ultima ora. La nostra comunità politica si può salvare solo attraverso un rafforzamento della nostra identità e non un azzeramento. Bene quindi mantenere le due matrici identitarie su cui si è basata la nascita di Futuro e Libertà, cioè quella della destra legalitaria e quella liberale. In tal senso ottima l'alleanza con il Partito Liberale e l'ipotesi di una lista che facesse emergere entrambe le culture politiche. Meno bene il sostegno a Miccichè, ma il pragmatismo ci fa digerire anche quello. Però oltre questo proprio non si può. Ci deve essere una barriera rispetto a quello che si può o non si può fare. Una comunità politica non si può svendere in questo modo pur di ottenere la possibilità del superamento dello sbarramento in modo sicuro. Non abbiamo iniziato a far politica per far ottenere dei posti sicuri a qualcuno, che poi son sempre gli stessi. Anzi una competizione identitaria, mostrerebbe la vera forza di questa classe dirigente che verrebbe riconfermata ed osannata in caso di successo e cambiata in caso di insuccesso. Nascondersi dietro la gonna di Miccichè già presuppone la seconda opzione in qualunque caso. Base Liberale annuncia l'uscita da Futuro e Libertà in caso di listone unico, perchè verrebbe meno il rapporto fiduciario ed identitario presente e futuro con il partito. Pensate di farcela con sempre meno gente al vostro fianco? Buona fortuna.

domenica 9 settembre 2012

Comunicato congiunto Base Liberale e Generazione Palermo su alleanze FLI elezioni siciliane

Oggi 9 Settembre 2012 si è svolta una riunione molto partecipata ed appassionante tra Base Liberale e Generazione Palermo
Decisione all'unanimità dei presenti: si all'alleanza di Futuro e Libertà con i partiti sicilianisti, si alla strategia anti-berlusconiana, libertà di voto sul presidente. Nella stessa riunione si è deciso che Base Liberale non presenterà e non appoggerà alcun candidato alle prossime regionali. Non vogliamo confondere il nostro nome con candidati alla presidenza  e candidati di lista che hanno una visione della politica totalmente differente dalla nostra. L'ipotesi di candidare qualcuno, però ci è servita per capire chi ci è amico e chi no. Abbiamo trovato vari tesori e molta mondezza, ma si è fatta chiarezza per il proseguo della nostra attività politica che è quella della sua definizione originaria, orientata al benessere della polis (il benessere collettivo) prima che individuale.

Il coordinatore di Base Liberale 
Alessandro Piergentili

mercoledì 5 settembre 2012

Il problema siamo noi e la nostra identità.

di Alessandro Piergentili - Una comunità politica che due anni fa era coesa nelle sue diversità e fiduciosa nel suo futuro, unita attorno al suo leader. Che fine ha fatto? Dov'è finita? Non staremo qui a ripercorrere ed ad analizzare gli errori compiuti nel recente passato, ma a cercare di capire se si possono ricreare le condizioni per ricompattare quella comunità e dargli un obiettivo. si. Partendo proprio dalla Sicilia.
Qualcuno si è mai chiesto perchè nessuno, tranne qualche malpancista cronico, si è mai lamentato delle alleanze di AN? E' stata alleata  con la Lega Nord, con Berlusconi, con Forza Italia in Sicilia e quindi anche con dell'Utri e Miccichè per tanti anni. Allora sbagliavamo? No abbiamo sbagliato a fonderci col PDL ed a perdere la nostra identità. E' questo il problema l'identità. Alleanza Nazionale era un partito riconoscibile per i suoi valori e per il suo profilo etico e legalitario. Futuro e Libertà non lo è e quindi se si allea con Miccichè subisce una rivolta interna ed il biasimo esterno di chi non ci vota e non ci voterà mai. E' proprio qui il problema. Partire dagli alleati e dai candidati presidenti senza prima perimetrare l'area valoriale ed identitaria della nostra comunità. Chi è sicuro di se stesso si può alleare anche col diavolo senza subirne gli effetti. Se le ragioni della real politik (tutte locali) impongono alleanze indigeste una comunità politica fa quadrato si trincerà dietro la propria formula identitaria, e moltiplica gli sforzi per raggiungere il risultato. Il nostro grande difetto è che questa identità non l'abbiamo mai cercata se non attraverso slogan e contenuti molto diversi tra loro. Abbiamo anche delle opportunità. Ad esempio la forte alleanza e quasi simbiosi con il Partito Liberale che stiamo costruendo in Sicilia ci può aiutare in tal senso. Chiediamoci chi siamo e chi vogliamo diventare e se forse non siamo i rappresentanti di tradizioni politiche storiche, come quella liberale e del Movimento Sociale, i cui valori è ora di ripescare e riproporre con una formula identitaria assieme nuova e antica. Si parla di cultura liberale e di patriottismo repubblicano e legalitario da fondere in un nuovo manifesto siciliano, un nuovo simbolo e un nuovo nome che identifichino fin da subito ciò che vogliamo rappresentare. Poi non saranno gli alleati a farci perdere o guadagnare voti, ma come ci presenteremo e il nostro obiettivo non può essere solo quello di trovare una coalizione che raggiunga il 5% per mantenere immutata la nostra rappresentanza parlamentare all'ARS, ma quella di costruire il futuro della nostra comunità politica a partire dalla Sicilia.
P.s. lanciamo un segnale d'allarme tra le tante contattate non abbiamo ancora trovato una persona disposta a votare Miccichè alla presidenza, molto voto disgiunto. Se dobbiamo ripartire dalla Sicilia teniamo conto che potremmo non essere nella coalizione vincente e che un'eventuale vittoria di Musumeci rilancerebbe il berlusconismo a livello nazionale relegandoci sopra un binario morto.

lunedì 3 settembre 2012

Futuro e Libertà in Sicilia trovi una sintesi

Base Liberale rivolge un appello al coordinatore regionale Carmelo Briguglio, ai coordinatori provinciali siciliani,  a tutti i deputati nazionali e regionali siciliani, ai giovani dirigenti di Generazione Futuro e in generale a tutti i militanti siciliani di Futuro e Libertà. Non facciamoci del male, non dividiamoci su dei nomi. Abbiamo apprezzato lo sforzo di sintesi fatto finora dall'onorevole Briguglio, così come abbiamo apprezzato l'equilibrio e la ricerca di una sintesi del comunicato odierno dell' onorevole Fabio Granata in cui peraltro dice: "Non e'su Micciche'che possono rompere rapporti politici e umani piu'che decennali".
Ci stupisce solo il fatto che il prossimo coordinamento regionale sia riservato solo ai membri del coordinamento stesso. Una decisione così importante dovrebbe coinvolgere anche la base e la sintesi si deve trovare assolutamente. Abbiamo fiducia nella classe dirigente di Futuro e Libertà, che voleva essere un partito nuovo e diverso, quindi ci appelliamo perchè si riveda questa decisione e si faccia una discussione ampia e matura, e si coinvolga la base facendo capire le motivazioni politiche che stanno dietro la scelta delle alleanze, come quella del candidato presidente. Noi siamo sicuri che da una riunione del genere possa nascere nuova linfa che dia slancio alla campagna elettorale prossima ventura, unendo tutte le anime del partito in un sol uomo.
Se la sintesi si deve trovare attraverso la formazione di una lista che esalti più le diversità rispetto alla coalizione, dicendo di no all'omologazione, ben venga. Del resto la lista in comune con il Partito Liberale la rende di fatto diversa, trattandosi di due partiti che hanno un respiro nazionale, a differenza delle altre liste sicilianiste. Marchiamo le differenze come faceva Alleanza Nazionale nella coalizione con la Lega Nord, proponiamoci come difensori dei principi etici, repubblicani, legalitari e liberali, non sconfessiamo l'opera del governo Monti di cui FLi è valido sostenitore, insomma distinguiamoci e così potremo uscire dal coordinamento regionale prossimo venturo, felici e compatti. 

Coordinamento Base Liberale

martedì 28 agosto 2012

Base Liberale e il Partito Liberale Italiano propongono Giulia Bongiorno alla Presidenza della Regione Sicilia

Base Liberale e Generazione Palermo concordano con l'idea del Partito Liberale che solo una figura nuova, alta e di professionalità riconosciuta può ricoprire una carica come quella di Presidente della Regione. Trasformismi gattopardeschi e operazioni di potere fanno solo il male della Sicilia. Noi vogliamo alla guida della Regione una donna in gamba per creare una discontinuità con il passato. In Futuro e Libertà abbiamo risorse come Giulia Bongiorno che rispondono a queste caratteristiche. Perchè non proporre questo tipo di candidature che uniscono, invece di andare dietro a candidature interne o esterne che dividono?

mercoledì 22 agosto 2012

I candidati del nostro partito li appoggiamo senza se e senza ma

Tutti sanno che io e Fabio Granata abbiamo avuto delle divergenze e comunque abbiamo idee differenti su basi prettamente ideologiche ed economiche (solo sulla legalità posso andare d'accordo con lui), però in una situazione ingarbugliata come questa Futuro e Libertà ha solo due soluzioni: 
o fa un'alleanza con il PD e l'UDC a sostegno di Crocetta, con una lista creata insieme agli amici dell'API
del Partito Liberale (Nuovo Polo Liberale per la Sicilia), oppure sceglie la strada della candidatura solitaria (magari anche con gli amici dell'Api e del PLI se vorranno accompagnarci in questa scelta coraggiosa). La seconda strada prevede la designazione di un candidato alla Presidenza di Futuro e Libertà e la mia onestà intellettuale vuole che io appoggi la candidatura Granata, anche se gli consiglierò di ammorbidire il suo oltranzismo verso le idee liberali e di dire ai suoi amici sul territorio palermitano di darsi una calmata.
Alessandro Piergentili responsabile circolo FLI Generazione Palermo e coordinatore di Base Liberale

L'orrore della cattiva politica. Nasce la nuova Lega Sud.

di Alessandro Piergentili - Nasce in Sicilia la nuova Lega Sud. Non ci si può credere, ma è tutto vero. L'uomo del marketing berlusconiano ritira fuori il coniglio dal vecchio e bisunto cilindro e ripropone al sud ciò che ha fallito miseramente al nord. In termini di voti e di marketing politico ha governato tanti anni, questo è vero, ma  in termini politici è stato un vero fallimento. Non fa nulla, il trasformismo regna sovrano e l'asse Lega Nord-Pdl, Destra di Storace viene ripreso in Sicilia senza modificare nulla. Anzi i nomi cambiano, si chiamerà Alleanza per la Sicilia, ma la sostanza è quella. Ci chiediamo dove andranno ad immergere l'ampolla vista la scarsità d'acqua, specialmente dopo questa Estate torrida che ha provocato incendi e siccità. Qualcosa si inventeranno. Come al solito si vuole governare con le ali estreme. Si propone un candidato de La Destra di Storace, anche se persona rispettabilissima e si confeziona un pacchetto degno del miglior Borghezio in salsa siciliana. Il tasso di democraticità di un territorio si rileva anche da queste sfumature. Più il paese è democratico, più si vince al centro, con politiche equilibrate e serie. Qui in Italia spesso ce lo dimentichiamo. Però ci permettiamo di ricordare che Futuro e Libertà nasce soprattutto in chiave anti Lega e che la politica del governo Monti , che il nostro partito ha sostenuto, è quanto di più lontano possa esistere dalla grande ammucchiata che si sta preparando nella nostra isola. PDL+ PID+ Forza del Sud + ex MPA (ora Partito dei siciliani)+ La Destra di Storace+ MPS. Un minestrone insipido che riunisce logiche clientelari e le confeziona in un packaging che si chiama autonomia. Quindi Futuro e Libertà non può e non deve mortificare il proprio DNA per partecipare alla grande ammucchiata. O soli, o il male minore, che poi non è altro che un'anticipazione di quello che si profila a livello nazionale. Un'alleanza con l'UDC e con il PD per appoggiare Rosario Crocetta, un ottimo candidato. Siamo sicuri che i dirigenti di Futuro e Libertà qui in Sicilia sanno bene che non conta solo vincere, lo dimostra la nostra breve storia e l'animus finiano. Coraggio, le scelte più difficili sono quasi sempre le migliori.

mercoledì 8 agosto 2012

Il groviglio siciliano. Alleanze ancora incerte a poche settimane dal voto.

di Alessandro Piergentili- Fini nella recente intervista al TG2 ha indubbiamente dettato la linea a livello nazionale. Il test siciliano diventa ora di massima importanza anche per testare tale linea. Però. C'è un però. In Sicilia, la storia recente, ha creato connubi e lacerazioni che mal si prestano ad alleanze perfettamente aderenti alla linea nazionale. La politica è anche l'arte dell'impossibile. Inerzialmente il FLI siciliano ha molte probabilità di ritrovarsi in un'alleanza a sostegno del candidato alla Presidenza della Regione Gianfranco Miccichè, scelto ormai anche dal PDL su input diretto di Berlusconi. Questo perchè il legame con l'MPA e le altre forze del Nuovo Polo (MPS, API e PLI) non ci permette una scelta libera e solitaria. Le dichiarazioni dei leader regionali di FLI, Briguglio in primis, invece vanno nel senso opposto e si rivolgono ad un altro candidato Rosario Crocetta del PD, ma sponsorizzato finora solo da una parte del PD e dall'UDC. Qui viene il bello, perchè nel groviglio della politica siciliana ci sarebbero tante cose da spiegare ad osservatori esterni. Il primo nodo da sciogliere è il pessimo rapporto tra UDC e MPA che Futuro e Libertà sta tentando di mediare. Se si riuscisse a sciogliere questo nodo, la linea finiana potrebbe facilmente passare dal nazionale al regionale con un'alleanza MPA-Nuovo Polo-UDC e a sostegno di Crocetta o chi per lui. Se invece l'MPA e l'MPS sceglieranno di aderire all'altra alleanza, quella con Forza del Sud e con il PDL, oltre il PID di Saverio Romano, allora Futuro e Libertà, insieme ad API e PLI, saranno costretti ad una scelta comunque dolorosa. Senza dimenticare la possibilità remota del terzo scenario e cioè della corsa in solitaria del Nuovo Polo con l'MPA. Chi scrive è convinto che la scelta deve ricalcare la linea nazionale e convergere comunque verso l'UDC, è impossibile che i nostri elettori comprendano un'alleanza con il PDL in una regione così importante, inoltre nell'aria c'è voglia di cambiamento e riproporsi con la maggioranza uscente riveduta e corretta con l'aggiunta di forze impopolari a livello locale e nazionale non farà che indebolire FLI. Scusateci se per una volta non abbiamo parlato di contenuti, che comunque debbono essere approfonditi e rivolti sempre ed unicamente ad una diminuzione dei costi pubblici improduttivi, ma ci siamo limitati a fotografare la situazione delle alleanze visto il groviglio venutosi a creare.

venerdì 3 agosto 2012

Destra e Sinistra



di Enzo Palumbo

Ho letto con interesse l’articolo di Fabio Granata pubblicato qualche giorno fa sul sito di Futuro e Libertà, e ciò mi ha stimolato qualche riflessione, avvertendo subito che cercherò di entrare sull’argomento “in punta di piedi e con rispetto per tutti”, da esterno quale sono ma anche tuttaltro che indifferente rispetto al dibattito in corso  all’interno di Futuro e Libertà e di GenerazioneItalia.
Trovo che quello di Granata sia, in tutta la sua prima parte, una legittima e giustificata rivendicazione di un grande atto di coraggio politico e di onestà intellettuale, compiuto da Fini e dai suoi più stretti amici nel momento in cui hanno deciso di separare le loro responsabilità da quelle del "grande imbonitore", che aveva portato l'Italia sull'orlo del precipizio; nell'assumere quella coraggiosa decisione, Fini ed i suoi hanno dimostrato una preveggenza di due anni rispetto al momento in cui la situazione è apparsa irrimediabile.
Ed è appena il caso di aggiungere che, nei liberali del PLI, quella preveggenza è stata ben maggiore, essendo cominciata almeno nella primavera del 2008, quando hanno deciso di affrontare quelle elezioni in assoluta solitudine, mentre in altri liberali (pochi, per la verità), che proprio per questo sono approdati al PLI con qualche ritardo, la previsione del disastro al quale eravamo destinati è maturata anche prima, addirittura all’indomani delle elezioni del 1994.

Il momento magico per FLI si colloca nell'estate-autunno del 2010, allorché, sarebbe stato possibile cambiare nel profondo la storia recente del Paese, se appena Fini avesse avuto l'accortezza di rassegnare le dimissioni (che sarebbero state certamente respinte da una maggioranza diversa da quella di governo, così segnando la rottura con quel mondo) e se, a questo punto, si fosse subito sfiduciato il governo (invece di ritardare oltre ogni ragionevolezza una resa dei conti che era ormai scritta nei reciproci comportamenti, il che ha consentito a Berlusconi di utilizzare le sue copiose risorse per invertire il corso delle cose).
In quella ipotetica situazione, tuttavia non realizzatasi, poteva avere forse qualche senso il tentativo di rivendicare la titolarità di una posizione di “destra repubblicana, costituzionale e legalitaria”, in contrapposizione con lo scempio legislativo operato negli anni del berlusconismo dall'altra destra, quella degli affari e delle leggi ad personam.
Ne sarebbe venuto probabilmente il consenso di una parte significativa dell'opinione pubblica, disgustata dello scempio che si andava facendo della legalità, ma pur sempre preoccupata di aprire la strada al centrosinistra inconcludente e rissoso del secondo governo Prodi, come anche restia ad accodarsi alla rinascente sirena democristiana.

Ma così non è stato, e quindi attardarsi oggi a rivendicare quella posizione di "destra legalitaria", come sembra volere fare Granata, mi appare come una risposta superata rispetto ad un problema che non c'è più.
Non per questo le cose che scrive Granata nella prima parte del suo articolo sono meno vere ed apprezzabili; ma bisogna rendersi conto che, nel frattempo, quello scenario (che allora era effettivamente emergenziale) è superato da nuove emergenze, che attengono a questioni esistenziali con cui gli italiani stanno facendo i conti ogni giorno di più.

A mio parere, ciò che va fatto, hic et nunc, è di attrezzare un'offerta politica che copra uno spazio ben diverso, e cioè quello del liberalismo organizzato, di cui la società italiana avverte oggi estremo bisogno, come risulta evidente dalle tantissime iniziative che da qualche tempo vanno qua e là fiorendo, spesso per sfiorire subito dopo, e ciò proprio per la mancanza (o, se si vuole, per l'insufficienza) di una struttura politica adeguatamente attrezzata per tramutare l'aspirazione istintivamente avvertita in proposta politica credibile, e così coprendo, nel campo specifico del liberalismo organizzato, un "vuoto italiano" che appare inspiegabile a tutti i liberali europei.

Se FLI vuole dare il suo importante contributo in tal senso, la strada da percorrere non mi sembra quindi quella di rivendicare una labiale collocazione di destra (che porta inevitabilmente, come mi pare che lo stesso Granata paventi, alla destra sociale storaciana ovvero al radicalismo turboliberista del tea-party all'amatriciana), ma piuttosto quella di concorrere alla formazione di un'offerta politica "liberale", nel senso crociano del termine, affiancandosi (nei modi che non sarà difficile individuare con generale soddisfazione) a chi questa battaglia la conduce da anni, pur avendo ben chiara la consapevolezza della propria insufficienza a ricoprire un ruolo, che è tanto più difficile e gravoso quanto più drammatici sono i problemi che l'Italia di oggi è chiamata a risolvere per  mettersi al passo delle grandi democrazie europee.

Il dato di partenza è quello della c.d. "agenda Monti", che oggi tanti sostengono mostrando di subirla e che sarà un'esigenza anche del futuro, ma che rischia di restare un ricordo del passato se nella prossima legislatura non ci saranno forti gambe liberali attrezzate a superare un doppio ostacolo per proseguire il cammino verso l'integrazione europea e verso l'omologazione delle nostra struttura sociale rispetto a quelle delle altre società europee: da un lato la barriera del dirigismo statale e dei corporativismi localistici e sociali, che frenano le dinamiche della competizione; dall'altro la barriera dell'egoismo individuale, che impedisce di garantire a tutti lo stesso livello di opportunità nella partenza per la gara della vita.
Si tratta di due sfide assolutamente liberali, che richiedono capacità di innovazione ma anche senso della misura ed attenzione verso le fasce meno fortunate della società, per evitare velleitarismi anarcoliberisti e rotture sociali, che finirebbero per ostacolare le riforme necessarie al nostro Paese per diventare una grande democrazia liberale, in cui ciascuno possa complessivamente riconoscersi pur nella critica verso singoli aspetti, il che è poi il lievito da cui originano innovazione e crescita.

Credo che in proposito soccorrano le parole scritte da Benedetto Croce nel dicembre del 1951 per i liberali di allora (e sulle quali si sono formate generazioni di giovani liberali), che mi piace qui citare nella loro letteralità, anche perché, sessanta anni dopo, appaiono assolutamente profetiche, sino al punto che ci è sembrato giusto riproporle come ragione sociale del nostro recente Congresso Nazionale:

"Vorrei che coloro che si determinano a iscriversi al Partito liberale facessero in quell'atto una seria meditazione su questo punto: che cioè il liberalesimo ha una singolarità, che è l'unico partito di centro che si possa pensare. Per questa ragione, esso non può dividersi in una sinistra ed in una destra, che sarebbero due partiti non liberali. Naturalmente il Partito Liberale esaminerà e discuterà sempre provvedimenti di sinistra e di destra, di progresso e di conservazione, e ne adotterà degli uni degli altri, e. se così piace, con maggiore frequenza quelli del progresso che quelli della conservazione. Ma non può celare a sé stesso questa verità, che la libertà si garantisce e si salva talora anche con provvedimenti conservatori, come talaltra con provvedimenti arditi e persino audaci di progresso. Questi esami e queste discussioni, che si chiudono nel quadro anzidetto, sono la vita concreta del partito Liberale, e non c'è nulla di più insulso dell'accusa che il liberalismo, non essendo di un partito solo ma comprendendoli tutti e due, non è un partito. E' tanto più largo e più umano, e, in definitiva più forte, quanto più è partito di centro"

Si tratta, in fondo, dello stesso concetto che sarà più tardi espresso da Isaiah Berlin, uno dei maggiori pensatori liberali dello scorso secolo, quando affermò che "un liberale sta in mezzo, perché sta all'estrema destra della sinistra ed all'estrema sinistra della destra".
E quindi, se, come ci fanno capire Croce e Berlin, quelli di “destra” e “sinistra” sono termini bugiardi (nella sostanza) ed ambivalenti (nella forma),  non cadiamo nella trappola e lasciamo che ad usarli siano quelli che su questa dicotomia ci hanno marciato in passato ed intendono continuare a farlo, utilizzandoli come trappole per catturare subdolamente consensi che non meritano.
Concentriamoci invece sulle cose da fare per rispondere concretamente all’appello promosso da Base Liberale e pubblicato su Generazione Palermo di mercoledì scorso, certamente valido per la Sicilia ma agevolmente estensibile a tutto il Paese, avendo anche la consapevolezza che la “legalità repubblicana”, o come altro vogliamo chiamarla, non è patrimonio né della destra né della sinistra, ma appartiene più semplicemente a tutte le persone per bene di questo Paese, che sono tantissime e stanno dappertutto.
E facciamo in modo che il prossimo futuro (che mi piace chiamare, proprio per questo, un "Futuro Liberale") ci dia la possibilità di attrezzare insieme – senza introdurre nel dibattito termini oggettivamente divisivi e sostanzialmente inutili – un'offerta politica che abbia la forza di riformare le tante cose che vanno cambiate e di conservare le poche cose che vanno conservate; e, più di tutto, che abbia anche la capacità di distinguere le une dalle altre.