giovedì 27 ottobre 2011

Il Partito della classe media, il partito della Nazione

di Alessandro Piergentili
Una nazione democratica è in salute quando la sua classe media è numerosa e forte economicamente e socialmente. Quando i giovani hanno la possibilità ed un'alta probabilità di salire la scala sociale, di passare dagli strati sociali più bassi a quelli medi e medio-alti e così via. La direzione di percorrenza della scala sociale, da parte dei giovani, dovrebbe essere l'indicatore principale con cui si analizza l'operato di una classe dirigente nel corso di un decennio-ventennio. Se utilizziamo questo metro la classe dirigente della Seconda Repubblica dovrebbe essere clamorosamente bocciata. Del resto c'è chi si è finto rappresentante e difensore della classe media, quando invece ha portato avanti politiche tese alla concentrazione della ricchezza che si sono perfettamente inserite in un contesto economico a livello mondiale che andava nella medesima direzione e chi si è contrapposto a lui portando avanti ricette vetuste in netto contrasto con le esigenze della middle class italiana. La scelta tra Tremonti e Fassina non ci esalta, anzi ci fa presagire tempi peggiori dinanzi a noi. Il terzo polo può essere il nucleo di un nascente partito di massa che rappresenti l'intera classe media. Un'anima cattolica ed una laica rappresentate dall'UDC e da FLI, un partito di stampo europeo, cattolico-liberale che accolga spezzoni sani di entrambi gli schieramenti conservatori, di destra e di sinistra e che si ponga come obiettivo politico quello della rappresentanza ed in subordine quello del taglio delle ali estreme. In questo momento le ali estreme sono rappresentate dalla Lega, da una certa sinistra che non è ancora entrata nel ventesimo secolo e da spezzoni del PDL che nulla hanno a che fare con la parola legalità. Un esempio per tutti, quello della patrimoniale. Tutti la agitano come una delle soluzioni di tutti i mali e in parte è così, ma bisogna intendersi bene. Esiste una patrimoniale di stampo liberale e liberista, tesa a redistribuire la ricchezza a vantaggio anche delle classi medie ed esiste una patrimoniale punitiva nei confronti della semplice proprietà. Basta un errore nella formulazione della patrimoniale per impoverire il paese invece di centrare l'obiettivo di liberare risorse per la crescita. Non si può lasciare queste decisioni ad una certa sinistra, ricordando che il responsabile economico del PD ha idee non tanto dissimili da Vendola sull'argomento. Soprattutto non si può far parte di una coalizione che assommi tutto ed il contrario di tutto, partendo appunto da Vendola per arrivare al Terzo Polo. La vita è fatta di scelte da cui dipende il futuro dei nostri figli. Sono obiettivi ambiziosi, ma è improcastinabile questa scelta strategica, la gente capirà, basta essere chiari e propositivi e far vedere che si difendono realmente gli interessi della stragrande maggioranza del paese, al contrario di  molti partiti che difendono gli interessi di minoranze con diritti strabordanti. L'appello è rivolto in particolar modo al Presidente Gianfranco Fini, affinchè la middle class italiana possa finalmente ritornare a sognare.