giovedì 26 maggio 2011

Il tremontismo non ci curerà dal berlusconismo

di Alessandro Piergentili
Mentre disquisiamo amabilmente delle moschee a Milano o delle invasioni di zingari ed extracomunitari, nubi fosche si addensano sull'Europa. Importanti esponenti politici greci ormai dichiarano apertamente che la situazione è insostenibile e che l'uscita della Grecia dall'Euro non è più solo una fantasia, ma una probabile realtà. Del resto chi scrive ha sempre sostenuto che l'Euro è una moneta nata male, perchè costruita con tecniche contabili e non attraverso il rispetto delle leggi economiche. Un contabile ed un economista vivono in due mondi differenti ed hanno una visione completamente diversa dei fenomeni sociali. Pensate alla differenza che passa tra un imprenditore che vuol valorizzare la sua azienda attraverso si il rispetto dei conti, ma anche attraverso la conquista di nuove quote di mercato, attraverso la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti ed il ragioniere della stessa azienda che ha solo l'obiettivo di tenere a bada i conti. Una visione a 360° contro una visione parziale del fenomeno. Ecco l'economista interpreta i flussi finanziari ed economici attraverso la lente dello sviluppo sociale e del benessere proiettato nel tempo, mentre il contabile, il burocrate europeo pensa solo alla chiusura dell'anno, all'obiettivo del rapporto deficit/PIL, etc. Tremonti è decisamente un buon contabile. Riesce a tenere i conti sotto controllo, ma in realtà la situazione peggiora, la ricchezza si concentra, la disoccupazione aumenta, la mobilità sociale diminuisce e soprattutto il rapporto debito pubblico / PIL si mantiene sempre agli stessi livelli di guardia. La differenza è che ogni anno che passa i servizi che lo stato dà ai suoi cittadini diminuiscono in quantità e qualità e le imposte locali aumentano, mentre quelle nazionali si mantengono invariate ai livelli massimi storici. Un quadro disastroso che si aggiunge alle carenze strutturali con cui è stato costruito l'Euro. Se due aree differenti, con due crescite economiche differenti, adottano la stessa moneta, l'area che ha un rapporto sviluppo/rischio migliore avrà una crescita degli investimenti e dei flussi finanziari in entrata, mentre quella peggiore vedrà uscire masse monetarie. Di fatto i soldi vanno sempre dove stanno meglio, si chiama il meccanismo del FLY TO QUALITY. Il volo verso la qualità dei risparmi e degli investimenti. Lo sperimentiamo da un secolo e mezzo in Italia, nella differenza che passa tra gli investimenti nel nord e nel sud. Però in Italia ci sono dei meccanismi di redistribuzione dei flussi finanziari che limitano il fenomeno e che rendono unita la nostra nazione. La Lega si propone da anni di rompere questo meccanismo di redistribuzione, perchè ha capito che se vuole dividere il paese, quella è la strada. Tremonti si trova nella situazione paradossale di essere complice sia nella strategia inconsapevole della disgregazione dell'Europa, che nella strategia consapevole della disgregazione italiana. A meno che non si pensi che siano un'unica strategia, ma qui passiamo alla fantapolitica, anche se gli interessi tedeschi sono ben rappresentati in Italia e ci fermiamo qui. Le misure prese per salvare la Grecia, il Portogallo e l'Irlanda non tengono conto del fatto che prestare soldi a tassi più bassi del mercato non redistribuisce i flussi finanziari nel medio termine, ma anzi li peggiora. La redistribuzione deve avvenire a fondo perduto, ma chi potrebbe immaginare di proporre una soluzione così fuori dagli schemi e che creerebbe assistenzialismo? Quindi l'Euro è destinato a fallire, perchè non si può invitare un povero a casa propria e poi mettersi in competizione con lui, senza metterlo nelle condizioni di competere, è chiaro che o lo si assiste o lo si umilierà. Così sarà per la Grecia e gli altri PIGS. Verrà il turno anche dell'Italia se il PIL non inizierà a crescere a livelli superiori alla media europea, ma ciò è impossibile, perchè i conti sotto controllo, senza stimoli ai consumi ed agli investimenti privati implicano politiche recessive. Tremonti ha già promesso all'Europa tre anni di lacrime e sangue con maximanovre mostruose che il malato grave non potrà reggere. Le stesse cure proposte a Grecia, Portogallo, etc. Lo sbaglio continua. Ci vorrebbe un economista ed una politica economica totalmente diversa che sappia coniugare la crescita al controllo della spesa pubblica. Basterebbe dirottare parte della spesa corrente inefficiente sugli investimenti pubblici, basterebbe privatizzare e valorizzare parte del patrimonio pubblico ed investire il ricavato su una diminuzione mirata della tassazione, si dovrebbe stimolare la crescita del meridione attraverso l'attuazione della legge sulle zone franche urbane da istituire in ogni città del sud per attirare le imprese europee, si dovrebbe investire sulla banda larga. Insomma non può essere il tremontismo la soluzione ai guai provocati dal berlusconismo e non vorremmo che un giorno qualcuno di noi inizi ad esclamare"Si stava meglio, quando si stava peggio".

1 commento:

  1. Ma Tremonti non è quello che ha fatto aumentare il debito pubblico di 100 miliardi di euro l'anno? Non mi sembra che i conti siano tanto a posto... E per cosa sono serviti tutti questi soldi, visto che i servizi ai cittadini sono praticamente inesitenti? (A scuola di mio figlio i genitori devono portare carta igienica e salviettine!). Occorre ridurre la spesa per gli stipendi di dipendenti pubblici nullafacenti, oppure utilizzare questi dipendenti per rendere un servizio al cittadino (per ritornare all'esempio di prima, che me ne faccio di un bidello se questo non pulisce i locali della scuola, e oltre al suo tranquillo stipendio devo pagare anche un'impresa di pulizia?).

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