martedì 10 maggio 2011

I nostri voti nelle mani della Lega

di Alessandro Piergentili


Il migliore dei sondaggi dà alla Lega il 12% dei consensi, in media ottengono tra il 10% e l'11%. Eppure il suo leader, in un momento di sincerità, dichiara apertamente che ha quasi in mano il paese. Direte voi, ma come fa un partito che rappresenta una minoranza così piccola a governare il paese? Del resto se ne gestisce la politica economica, attraverso il fidatissimo Tremonti, che nominalmente è stato eletto nelle file del PDL, ma che in realtà opera su mandato e con il consenso del senatur, e la politica della sicurezza interna, attraverso il ministro Maroni, ottiene poltrone nel cuore del capitalismo italiano, cioè i cda delle banche e soprattutto, attraverso una politica dirigista blocca il contrappeso statale al colonialismo strisciante del settentrione, nei confronti del meridione. La scelta storica di non far crescere il mercato al sud, per ottenere un bacino di risorse umane e di consumatori, non concorrenziale non è stata mai corretta, così si sono create due economie, una imprenditoriale ed una assistenziale, dove da una parte si produceva ricchezza e poi se ne trasferiva una parte, per creare consumi e risparmi al sud utili a creare nuova ricchezza al nord. Naturalmente il povero sud ha le sue colpe, ma la mentalità assistenzialistica è una derivazione della condizione economica, non una variabile antropologica come sostiene la propaganda leghista. Sotto il regime economico tremontiano si sono ridotti i trasferimenti in entrata, ma non quelli in uscita. Le banche continuano a raccogliere al sud per impiegare al nord, sempre più centri commerciali, negozi in franchising e prodotti di imprese settentrionali invadono l'asfittico mercato meridionale e la disoccupazione giovanile aumenta. Un deflusso di capitali enorme che costringe le regioni e gli enti locali ad indebitarsi sempre di più. Il bello è che tale operazione è stata compiuta utilizzando i voti che i meridionali hanno dato al PDL, che occupandosi solo di giustizia, ha regalato l'intera piattaforma politica alla Lega. Del resto ai meridionali basta agitare lo spettro del comunismo a livello generale ed utilizzare mezzi clientelari a livello locale, per gabbarli bene bene. Sfruttare la povertà e la necessità è l'unica arte nelle mani di certi personaggi. Se poi anche all'interno del nostro partito si organizzano convegni dall'aria equivoca che puntano al dialogo sfruttando l'atavica divisione creata dall'ormai crollato Muro di Berlino con chi dovrebbe essere tenuto alla larga ed ha contribuito e sta contribuendo, da una parte alla cacciata di Fini dal PDL e dall'altra al degrado morale, sociale ed economico che attraversa il meridione, allora è ora di farsi sentire. Tutti coloro che hanno creduto in Generazione Italia non possono rimanere muti di fronte a tale situazione. In un partito democratico e partecipato il luogo deputato a stabilire la linea da seguire, quantomeno a livello locale, sono i congressi provinciali e regionali, che arrivino il più presto possibile, soprattutto in Sicilia.

1 commento:

  1. Parole sante!!!! un bel congresso! tantopiù in sicilia!
    Facciamo capire inequivocabilmente che la base di fli ha voglia di ricambio generazionale.
    I soli riferimenti, per il loro spessore intellettuale e morale, sono Granata, Angela Napoli, Briguglio, Bocchino...e pochi altri ancora!
    Che tristezza vedere On.li di Fli recarsi a Catania da quel tizio...Ursi, Orsi...ah già Urso! e dai suoi ospiti...ma che volevano fare? un cocacola party con quelli di forza del sud? ah ah ah!
    Che tristezza sapere del "rammarico" di quanti non son potuti andare perchè impegnati in campagna elettorale...che parlino chiaro e si tolgano dai...li aspetta un bel sottosegretariato stile "polidori!

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