martedì 17 maggio 2011

Un leader, un popolo, un'identità, una linea, un congresso.




di Alessandro Piergentili


Il responso delle urne è stato molto chiaro. Tutti i sondaggi ci dicevano che c'era molta confusione, che c'erano molti indecisi, che l'italiano medio non sapeva cosa scegliere. Invece chi è andato a votare si è dimostrato molto più maturo dei sondaggisti, dei politologi e della classe politica. Ci sembra chiaro, anche se a noi non fa molto comodo, che gli elettori sono bipolaristi, non si vuole un bipartitismo, ma due poli che si affrontano con due progetti in competizione per l'amministrazione della città. Tertium non datur. Anche in un'elezione a doppio turno gli elettori, per la maggior parte, si schierano fin dal primo andando anche contro le logiche di appartenenza (sta incominciando a prendere piede la pratica, finora poco utilizzata, del voto disgiunto, ad esempio). In secondo luogo il conto alla rovescia per la fine del berlusconismo sembra essere definitivamente iniziato, senza che vi sia un progetto alternativo, anzi senza che vi siano due progetti alternativi, uno di centro-sinistra moderata ed uno di centro-destra moderato. Il referendum berlusconiano ha esacerbato gli animi ed ha trasformato gli elettori in tifosi. Spetta all'intera classe dirigente trasformare il clima, non ad un singolo blocco che si presenta come non interessato alla tenzone. Il terzo polo come offerta alternativa alla guerra non funziona. La caduta di Berlusconi porterà naturalmente tutti gli elettori a ricercare un leader, sia a destra, che a sinistra e siccome di astri nascenti non se ne vedono proprio, senza più giornali in campo che fanno diventare il monolocale di Montecarlo, il castello di Windsor, Gianfranco Fini potrà dire la sua. Il popolo di Generazione Italia, di Bastia Umbra, aspetta da Novembre che il suo leader lo guidi con una mano il Manifesto di Futuro e Libertà e dall'altra una linea chiara, limpida e condivisa. Perchè accada questo però c'è bisogno di un convolgimento della base. Le nomine, le alleanze calate dall'alto le doppie e triple linee oltre a non piacere, non portano voti. Chi può decidere la linea e le conseguenti alleanze? I congressi, provinciali e regionali e quindi il congresso nazionale. L'unico modo per ricompattare il partito, selezionare una classe dirigente e scegliere una linea e le future alleanze. Tutto per consegnare a Fini un'arma molto più potente del partitino tanto timido e poco identitario nell'immagine che dà di sè, tanto rissoso al suo interno.

1 commento:

  1. Piergentili ottimo bancario. E' divertente osservare chi cerca di fare politica e non ne capisce nulla. La politica e' consenso....e' confronto....

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