sabato 10 luglio 2010

Pdl: tra bella politica e romanzo criminale.



di Fabio Granata

Gli arresti di Flavio Carboni e compagnia bella sembrano confermare con un ulteriore gravissimo tassello l’esistenza di una ciclopica questione morale che attraversa la politica italiana e il partito nel quale abbiamo fatto confluire la storia antica, nobile e trasparente della destra italiana.

Logge coperte, intrighi, collegamenti mafiosi, personaggi che ritornano dalle pagine buie della Repubblica, ci hanno catapultato in uno scenario, un po’ vintage, da Romanzo Criminale.

Ultimamente è molto di moda tra dirigenti e ministri del Pdl esternare indignazione e sorpresa verso l’azione politica di Gianfranco Fini, il puntiglio legalitario di Giulia Bongiorno, il presenzialismo di Italo Bocchino o il mio deviazionismo giustizialista.
Il ministro Bondi è arrivato a sottolineare disappunto e profonda amarezza per “aver lavorato tanto al progetto Pdl per poi ritrovarsi nello stesso partito di Fabio Granata”. A Bondi, come a Stefania Prestigiacomo a Fabrizio Cicchitto come a Frattini (per non parlare dei vecchi amici – si fa per dire – di AN) non ho mai sentito profferire verbo o manifestare imbarazzo alcuno verso chi sembra essere diventato protagonista stabile (almeno fin quando le intercettazioni ci consentiranno di apprenderlo..) in opache dinamiche molto di confine tra politica, affari e criminalità organizzata.

Il grande business dell’eolico selvaggio che devasta il paesaggio delle nostre isole e del sud, il riciclaggio di denaro di dubbia provenienza, il condizionamento a fini economici delle scelte politiche, il filo rosso di rapporti e ambienti confinanti con le mafie, gli attestati di eroismo a mafiosi conclamati, la presenza di pregiudicati nelle liste o nei consigli regionali e tante altre poco lusinghiere vicende, tutto senza che nei vertici del Pdl ci sia mai stata una parola di condanna o di allarme o uno sforzo per imporre regole e comportamenti all’altezza di un progetto politico che dovrebbe governare l’Italia e rilanciare la sua nobile Storia.

Io credo siano questi i problemi veri del Pdl e non la trasparente e leale azione politica del suo cofondatore. Queste le gravissime questioni sulle quali ci piacerebbe vedere all’opera il decisionismo di Silvio Berlusconi.

Tra mille critiche e scomuniche siamo stati i soli a chiedere un passo indietro a Cosentino e le dimissioni a Scaiola e Brancher, salvo poi vederci dar ragione dallo stesso Premier. I soli ad opporci all’approvazione di un testo sulle intercettazioni che avrebbe fatto a pezzi strumenti indispensabili di indagine e di contrasto a mafie e corruzione, i soli a stigmatizzare i continui tentativi di nuovi condoni edilizi, grandi regali alle mafie delle speculazioni e del cemento, i soli a riaffermare l’esigenza di verità e giustizia sulle stragi del 92.

Se il risultato è quello sotto i nostri occhi, siamo noi a doverci interrogare sulla convenienza e coerenza, dopo una vita di lotte e di impegno, di condividere una militanza politica con chi ci vede come fumo negli occhi e come nemici solo perché blocchiamo sistematicamente i disegni oscuri di pochi nell’indifferenza di molti.

Gianfranco Fini e la nostra comunità valutino con attenzione il ‘che fare’: ne va di mezzo la difesa di una identità politica antica e nobile.

E sopratutto un enorme patrimonio di sogni, lotte e speranze che non permetteremo siano infangate o neutralizzate da piccoli uomini al servizio di interessi oscuri.

3 commenti:

  1. Come non condividere l'interrogativo di Fabio Granata? come non stigmatizzare l'uso privatistico del Parlamento quale strumento per soddisfare gli "oscuri" interessi di pochi? Corruptissima republica plurimae leges!

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  2. Nelle loro mani pure l’energia pulita si zozza!

    Sarebbero almeno cinque gli indagati nella tranche dell'inchiesta sugli appalti per gli impianti eolici in Sardegna condotta dalla Procura di Roma che ha svelato "un'associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti" e volta "a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali nonché degli apparati della pubblica amministrazione". Tra questi appare anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini accusato come gli altri di violazione della legge Anselmi sulla costituzione delle associazioni segrete. Nel registro degli indagati oltre all'imprenditore sardo Flavio Carboni, all'ex esponente della Dc campana, Pasquale Lombardi e all'imprenditore napoletano, Arcangelo Martino, arrestati tre giorni fa, risulta iscritto anche l'assessore regionale della Campania Ernesto Sica. Anche il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri e il sottosegretario all'economia Nicola Cosentino sono indagati a Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla cosidetta ‘P3’ nata da uno stralcio dell'indagine degli appalti sull'eolico in Sardegna. Dell'Utri e Cosentino sono accusati di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulla costituzione delle associazioni segrete. Il Pdl sbanda: quindicimila pagine, ore ed ore di intercettazioni, di conversazioni tra affaristi, magistrati e politici. E tra questi il coordinatore del Pdl, Denis Verdini ed il creatore di Forza Italia, il senatore Marcello Dell'Utri. Tutti insieme uniti appassionatamente a tramare, a "nominare" politici e magistrati, ad organizzare convegni per pilotare affari, assunzioni ed intrallazzi di ogni genere, possibilmente del peggior genere! Sponsorizzandole oppure tentando di affossarle diffondendo false informazioni. Un'operazione mastodontica che fa tremare tanti palazzi e che i carabinieri coordinati dal procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, hanno chiamato "Operazione Insider”.
    Caro Gianfranco, come fai a stare con "Certa Gente"! Cacciali via, sbattili tutti fuori, prendi in pugno il partito. Non sei tu a dover lasciare, ma ‘loro’! Non è più tempo di ignorare la gravità 'morale' di ciò che sta accadendo, continuare a sopportare, ingoiare il rospo senza restarne strozzati è impossibile: un suicidio politico! Adesso che il "padre-padrone" è finito, politicamente morto, c'è solo da seppellirlo, da sospingerlo dentro quella fossa che i "suoi" gli hanno scavato utilizzando i suoi stessi strumenti: corruzione, malaffare, disonestà. Adesso o mai più, ti direbbe Giorgio Almirante. Adesso, ti chiede il popolo italiano, la gente perbene di questo paese, naturalmente!

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  3. Dal fatto quotidiano:


    Mangano eroe: Pdl contro Pdl
    di Federico Mello
    La firma è quella di Eusebio Dalì, 34 anni, assessore alla Cultura della Provincia di Palermo. Il blog quello di Gianfranco Micciché, dominus del “Pdl Sicilia”. “Smettetela di agitarvi – scrive Dalì – come pesci impazziti e parlottanti, nelle acque torbide di un barile troppo piccolo per voi”. La richiesta è perentoria: “Chiedete scusa a Marcello Dell’Utri”. Dalì ce l’ha con “Giovane Italia Palermo” l’organizzazione giovanile del Popolo della libertà. La colpa dei giovani azzurri – che gli rispondono a stretto giro: “Dalì dovrebbe scusarsi per l’inutile difesa di un senatore il cui eroe è un pluriomicida assassino” – è di aver organizzato anche quest’anno una fiaccolata per l’anniversario di via D’Amelio. “Paolo Borsellino eroe nazionale” recita il volantino sul quale svetta anche una fiamma dimissina memoria. La fiaccolata era stata rilanciata all’indomani della condanna in appello a Marcello Dell’Utri: sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Dell’Utri aveva ribadito: Mangano è un eroe. “Per noi gli eroi sono persone come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino” la replica di Giovane Italia. Ieri, l’attacco via blog. “L’ostinazione con cui la Giovane Italia continua a screditare il senatore Dell’Utri – scrive l’assessore vicino a Micciché – mi fa pensare che di giovane e puro ci sia poco in costoro, tanto le loro uscite risuonano di vecchie e consumate logiche di moralità partigiana”. Dell’Utri, piuttosto “è un uomo del cui coraggio i giovani di Giovane Italia dovrebbero prendere solo esempio: il coraggio di spendersi per un Paese e salvarlo dalla deriva comunista cui Mani Pulite lo stava destinando” e anche “di affrontare un calvario giudiziario senza precedente”. Giovane Italia piuttosto taccia: “Conquistatevi lo spazio col silenzio e con la crescita”. Loro, invece, parlano: “ci attacca nel giorno in cui sono arrivate nuove accuse a Dell’Utri”. E aggiungono: “Chi ha come eroi Paolo Borsellino e Giovanni Falcone non ha nulla di cui scusarsi”.

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