domenica 8 aprile 2012

L'Italia è una e indivisibile. Insieme si torni a crescere. Iniziamo da Palermo con le zone franche urbane.

di Alessandro Piergentili- Negli anni '60 e '70 la sinistra italiana ha demolito il concetto di patria. Chi parlava di patria era etichettato come "fascista". Alla fine degli anni '80 Umberto Bossi, proveniente dalla militanza nel PCI, ha elaborato tale concetto e si è creato uno spazio politico che era basato sul "sogno" della secessione, con un passaggio intermedio dato dalla nuova forma federalista dello stato. La sinistra italiana mai si era sognata di mettere in discussione l'unità italiana, ma ha generato dei mostri e non è un caso che nelle grandi città del nord, molta parte del suo vecchio elettorato si è per anni rifugiato nel voto leghista. La Lega ricorda molto il vecchio PCI per l'organizzazione territoriale e la capillarità nel presidio del territorio. Cosa ha portato la Lega all'Italia? Una cultura padana che ha aumentato gli odi e i rancori, il senso di isolamento di un Meridione che si è sempre più rifugiato nell'assistenzialismo, pur se all'interno di un quadro in cui i trasferimenti diminuivano. Un risultato finale. L'Italia ha smesso di crescere, la domanda è crollata. L'asse Tremonti-Lega ha governato l'economia italiana per tanti anni e questo è il risultato, prima o poi bisognerà fare i conti con la storia. La visione economica che crea sviluppo, in tutti i paesi democratici, è quella della distribuzione delle risorse, non della concentrazione. Il mercato ha bisogno di credito per crescere dal nulla. Se il credito si dirige al nord e abbandona il sud è naturale che una parte del paese sopravvive solo con le rimesse e gli stipendifici statali e inizia a consumare di meno. Le aziende settentrionali, il cui fatturato dipende al 30% dai consumi e dagli investimenti meridionali, o si rivolgono verso altri mercati (più concorrenziali e difficili) oppure sono destinati a diminuire le vendite.
A chi fa bene la divisione e la cultura "padana"?. L'apologo di Menenio Agrippa descrive brillantemente quale deve essere il compito di una nazione, sia in relazione agli strati sociali, sia in relazione alla suddivisione geografica. Il cuore senza il fegato e il cervello non può sopravvivere e viceversa. Ogni componente della società e ogni cittadino italiano ha il suo ruolo e la sua importanza. Non esiste una parte dell'Italia che può fare a meno dell'altra e stare insieme conviene, come conviene aiutarsi. Aiutarsi non significa distribuire fondi a perdere, ma costruire un mercato lì dove c'è assistenzialismo. Come può arrivare un mercato lì dove non c'è? Aumentando la capacità del Meridione nell'attrarre investimenti e imprese attraverso una fiscalità di vantaggio. rispolveriamo la legge sulle Zone Franche Urbane del 2006, ad esempio. Già è stata discussa con le istituzioni europee ed è perfettamente in linea con i Trattati continentali. Estendiamo il numero di zone interessate e partiamo. Nel programma del sindaco di Palermo Alessandro Aricò è, ad esempio, previsto questo punto come requisito fondamentale per tornare a crescere. Zone ad alta crescita, con banda larga, wifi gratuito, immobili e terreni comunali offerti con affitti bassi e in conto ristrutturazione, senza burocrazia e con fiscalità zero per 5-10 anni. Zone capaci di attrarre imprese industriali e di servizi che daranno lavoro. Zone capaci di far crescere nuove imprese giovanili da privilegiare nell'assegnazione dei servizi in outsourcing del comune, in cambio di una partecipazione di un fondo comunale fino al 40%. Quest'ultima misura è stata voluta fortissimamente da Gaetano Canzoneri giovane leader dei ragazzi di Generazione Futuro Palermo. Noi di Palermo vogliamo fare la nostra parte per far tornare il mercato e abbattere l'assistenzialismo, che il resto dell'Italia faccia la sua.

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