martedì 17 luglio 2012

Fatece largo, Generazione Italia è tornata.

di Alessandro Piergentili - Torniamo a respirare dopo un anno e una manciata di mesi passati in apnea. Aspettavamo  da diverso tempo il ritorno di Generazione Italia, unico motivo per l'entrata in politica di tanta gente nell'Aprile del 2010. Il suo temporaneo accantonamento, però, è stata anche la causa dell'abbandono di tanta di quella stessa gente un anno dopo. Mi si dice e mi si diceva che il contenitore non poteva essere discriminante. Non è vero, Generazione Italia ha due peculiarità che nessun altro movimento può avere. Nasce come un aggregatore intergenerazionale, mette cioè attorno allo stesso tavolo il settantenne con il diciottenne, non divide, ma unisce e non mette in un recinto i giovani, ma li mette direttamente in competizione con chi giovane non è più. E' un movimento vicino alla politica ne vuole influenzare le scelte e determinarne i contenuti. Questi due fattori, uniti alle caratteristiche tipiche dei movimenti rendono Generazione Italia attrattiva. C'è bisogno come non mai di partecipazione, democrazia e trasparenza le tre parole d'ordine che ci hanno sempre caratterizzato. Oggi ci sentiamo come dei bambini a cui è stato restituito un giocattolo dopo una punizione. Non sappiamo il perché della punizione, ma ci concentriamo sul bicchiere mezzo pieno e guardiamo avanti con fiducia. Tirate fuori dai cassetti le bandiere e strillate ai quattro venti che Generazione Italia è tornata.
Il ruolo odierno di Generazione Italia è chiaro. Deve essere un tassello del puzzle che si andrà a comporre nell'area riformista e liberal democratica che sostiene Monti. Un centrodestra moderno e liberale che deve raccogliere l'eredità lasciata dal premier e continuarne l'opera tranquillizzando i partner europei e i mercati, che già vedono con preoccupazione un eventuale passaggio di consegne.
Un tassello che deve aiutare la formazione di un grande polo nazionale che raccoglierà il meglio della politica, ma che dovrà necessariamente dare spazio a tanta nuova gente e al movimentismo.
Abbiamo fiducia, tanta fiducia, una seconda chance si dà a chiunque, ma questa è l'ultima.

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