giovedì 23 settembre 2010

La Lega all'assalto dei risparmi meridionali, i libici di quelli italiani


di Alessandro Piergentili
Dove non potè il voto potè il sistema bancario. Mentre i nostri giornali sono occupati a comprendere dov'è lo stato di S.Lucia e quanto costi una casa a Montecarlo, c'è qualcuno che si sta impadronendo del cuore del paese. Non basta più che da oltre un ventennio una discreta percentuale di raccolta bancaria proveniente dal meridione venga riversata negli impieghi concessi alle imprese settentrionali, data la forte presenza al sud di gruppi bancari con sede sociale in regioni come Piemonte, Liguria, Veneto e Lombardia. Ora si vuole conquistare il controllo del più grande gruppo bancario italiano, che detiene in cassaforte la Banca di Roma ed il Banco di Sicilia, i più grossi contenitori di risparmio meridionale. Dal punto di vista macroeconomico un'operazione del genere rappresenta un errore enorme che, nel medio termine, danneggerà proprio le imprese settentrionali che vedranno calare progressivamente i forti consumi provenienti dalle aree più disagiate del paese. Tra il federalismo insostenibile imposto dalla Lega ed il suo assalto al risparmio meridionale, il sud corre veramente dei gravi rischi. Si dirà, il PDL starà cercando di fermare questo piano attraverso una contromossa, macchè l'alternativa è la Libia. Un povero meridionale deve decidere se finanziare la strategia della Lega, un partito che rappresenta solo l'11% degli italiani e solo una porzione limitata di territorio, o la strategia libica. Un dubbio amletico. A questo punto, in una sorta di Davide contro Golia, c'è da pensare anche ad una risposta che il nostro movimento politico può dare a partire proprio dalla Sicilia, essendo una regione a statuto autonomo e detenendo una significativa presenza finiana all'interno della compagine governativa. All'interno dei limiti imposti dai trattati europei, si può iniziare ad articolare dei provvedimenti mirati, come ad esempio dei benefici fiscali, rivolti alla crescita del numero di sportelli del sistema bancario locale. Banche, come quelle di Credito cooperativo, che possano reinvestire i risparmi sul territorio dove vengono raccolti. Sarebbe una giusta risposta di Generazione Italia e di Futuro e Libertà a chi vuole controllare la destinazione dei nostri risparmi senza nemmeno, al limite, aver ottenuto il nostro voto.

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